Il Filosofo alla Moda: Lezione LXXII

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Lezione LXXII

Alli compositori delle Comedie.

Zitat/Motto

Nisi inepto, res ineptior nulla est.

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Trà tutte le opere d’ingegno non ve n’è alcuna, in cui più la sgarrino gli Autori, ed i più si lusinghino di ottenere maggiori applausi, di quelle, nelle quali regnano le facezie, e gli scherzi. Una immaginazione, che nudrisce dei mostri; un Cervello pieno di stravaganti idee non sono proprj a divertire il mondo; e pure se gettiamo gli occhj sopra molti scrittori, che affettano d’essere faceti, quante scartate, quante irregolarità, quanti falsi pensieri vi ritroveremo? Se ci vendono delle smorfie s’immaginano di piacerci; e dopo avere raccolto un ammasso di sciocche idee, eglino stessi non le ponno rileggere senza scoppiare in risate. Questi poveri uomini cercano di acquistarsi la riputazione di begl’ingegni; e di graziosi buffoni per via di stravaganze che si rendono quasi degni dell’Ospitale, in vece di considerare, che la facezia dee sempre stare sotto la condotta della Ragione; e che richiede un giudizio più esatto, a fine di non pigliarsi certe libertà perniziose. Vi è qualche cosa di particolare alla natura d’una tale sorta di composizioni; come pure a quella di tutte le altre; è una certa regolarità di pensieri, che un Autore deve osservare, e che si fà conoscere ch’egli è un uomo di buon senno, anche quando comparisce abbandonato al suo capricio. Per me se qualche volta leggo i discorsi allegri d’un Autore, ch’esce di carriera, non ho la crudeltà di pigliarmene divertimento; mi ritrovo più tosto disposto, a piangere, che a ridere. Non dubito, che molti non rimangano sorpresi nel vedermi sostenere, che la maggior parte di quelle sciocche, e ridicole Comedie, che hanno fin ora riportato applauso, sotto titoli tanto bizarri quanto Chimerici, sono più tosto frutto d’un Cervello infermo, che composizioni facete.

Metatextualität

Del resto, è più facile il dire ciò che la buona Piacevolezza non è, che l’esprimere ciò ch’ella è. Per me, se volessi darne una idea, seguirei il metodo di Platone~i; ne fingirei un Personaggio; ed insinuerei tutte le qualità, che gli convengono, sotto il velo della seguente Genealogia.

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Allegorie

Direi dunque, che, La Verità è la madre: ed il Buon senno il Padre della Famiglia; che l’Ingegno è il loro legitimo Figlio; che questo sposò una Dama di linea collaterale, nomata la Gaiosità, e da questo maritaggio nacque la Piacevolezza: Questa, la più giovane di tutta la Famiglia, escita da un Padre, e da una madre di complessione si differente; perciò riesce d’un temperamento assai ineguale. Ora la vedete comparire, con aria grave; ora con aria allegra, ora in abito di cerimonia; ora vestita in maniera grottesca; vale a dire, alle volte la pigliereste per uno senatore alle volte per uno scaramuccia. Ma, rattenendo ella molto del naturale di sua madre, in qualunque disposizione si ritrovi, non manca mai di divertire. Vi e poi una Ciarlatana, che a pigliato il nome di questa Dama giovane; e che vorrebbe fare la di lei figura nel mondo; ma perche le Persone oneste non restino ingannate, prego tutti quelli, che la incontreranno, di esaminare, ed informarsi esattamente del suo Parentado; s’ella è congionta, da vicino o da lontano, colla verità. E s’è discesa per linea retta dal Buon senno avvegna che, senza di questo, debbono riguardarla come una Ingannatrice. Potranno distinguerla da suoi grandi scoppj di ridere, che non sono quasi mai seguiti dal rimanente della Conversazione, la quale più tosto doventa seria. La dove la Buona Piacevolezza ha quasi sempre l’aria grave, mentre tutti ridono. Finalmente s’ella non si rassomiglia al Padre, ed alla madre, e voglia passare come prodotta dall’Ingegno, senz’avere della Gajosità, o pure come figlia della Gajosità senza, che vi concorra l’Ingegno, potete subito concludere, ch’ella è una Bastarda. Questo mostro di cui parlo, dee la sua origine alla Menzogna, ch’è la madre della Smorfia. Questa ebbe una figlia nomata: Frenesia~i, che sposò un Figlio della Pazzia conosciuto sotto il nome di Riso Immoderato, e da questo maritaggio n’è venuta la nostra Ciarlatana.

Metatextualität

Voglio quì mettere il suo Albero Genealogico, e collocarvi sotto quello della Buona Piacevolezza; acciò si possa vedere in una occhiatta, e differenti relazioni dell’una, e dell’altra.
La menzogna La Smorfia La Frenesia – il Riso Smoderato La Falsa Piacevolezza La verità Il buon senno L’Ingegno – La Gajosità La buona Piacevolezza

Metatextualität

Potrei allegorizare molto a lungo sopra tutti li Discendenti della Falsa Piacevolezza, che sorpassano in numero le arene del mare; e discorervi in particolare, d’un Sciamo di Figliuoli, e di Figliuole ch’ebbe in questo Paese; ma la ricerca Sarebbe troppo odiosa. Voglio per tanto, osservare, in generale, che ella è si differente dalla vera quanto è un Scimiotto da un uomo; e darvi, in poche parole, alcuni de’suoi principali caratteri.
I. ella è, in estremo inclinata a piccioli atteggiamenti della simia, ed alle Buffonerie. II. Ella prova tanto piacere nel mettere ogni cosa in deriso, che non ha riguardo, che l’oggetto de’suoi scherni sia degno, o indegno. È indifferente nel deridere il vizio e la virtù. III. Ella è si malfattrice, che morde la mano a chi la nodrisce; pone in ridicolo amici, e nimici senza distinzione veruna. È, in oltre, di si poco talento, ch’è ridotta a fare giuoco di tutto ciò, che puole; e non di ciò, che dovrebbe. IV. Spogliata di ogni ragione, non si prefigge veruna meta, che tenda o ad istruire, o a correggere; ma sempre burla per lo solo piacere di burlare. V. Finalmente non sapendo di che trastullarsi, il fà a torto, ed attraververso (sic.). E toccando sempre le Persone, ferisce il vzioso (sic.), non il vizio; l’Autore, non lopera (sic.).