Cita bibliográfica: Cesare Frasponi (Ed.): "Lezione LXIX", en: Il Filosofo alla Moda, Vol.2\069 (1728), pp. 24-29, editado en: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Los "Spectators" en el contexto internacional. Edición digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.205 [consultado el: ].


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Lezione LXIX

A Grandi che lusingano i loro corteggiatori.

Cita/Lema► Perierunt tempora longi Servitii.

Juven. Sat. III. l24. ◀Cita/Lema

Nivel 2► Metatextualidad► Ho esposto altre volte agli occhj del Pubblico l’infelice stato di quelli, che esercitano qualche mestiero, o qualche traffico nel mondo; e soffrono, che i loro Avventori d’ordine superiore, non siano pronti a pagarli. Ma vi è un altra sorte d’uomini, che meritano più compassione di quelli; voglio dire, i pretesi Favoriti de’Grandi, che si pongono soto la loro Protezione, a fine di aver parte nella loro amorevolezza, e di ottenere segni della loro benevolenza. È cosa certa, che questi sia per quello riguarda l’omaggio, che rendono, e ricevono; sia per quello riguarda la speranza, con cui vengono lusingati, doventano una specie di Creditori. Li debiti, ne’quali vi è interessato l’onore, giusta la massima ricevuta nel mondo, dovrebbono essere i primi a sodisfarsi.

Quando parlo di quelli, che dipendono dagli altri, non intendo parlare di que’sfrontati, che senza merito, e senza esse-[25]re chiamati, s’intrudono nelle compagnie de’loro Maggiori. Così li Grandi, o i Padroni, de’quali mi prefiggo discorrere, non sono quelli, che non hanno verun potere di Assistere a’loro Amorevoli o che non vi sono obbligati. Parlo di que’vincoli, dove il potere, e la obbligazione si ritrovano da una parte, mentre il merito, e l’aspettativa si fanno osservare dall’altra. ◀Metatextualidad

Quelli che particolarmente, in alcune nazioni, si ponno chiamare Padroni, e Clienti, fanno, presso poco, il terzo delle stesse nazioni. La mancanza di merito ne’Clienti li riduce ad’uno per cento; e la mancanza di potere ne’Protettori li ristringe allo stesso numero. Mi sia qui permesso il dire, che il voler impiegare il tempo, e le sostanze d’un altro, al proprio serviggio, senz’avere alcun mezzo per ricompensarlo, è cosa tanto ingiusta, quanto quella di pigliare delle merci da un venditore, senza avere dissegno, o senza ritrovarsi in istato di pagarle. Nel poco numero de’Clienti, che mi rimane da esaminare, non ve n’e uno in dieci, che ne riporti vantaggio. Un uomo assai ragionevole, a me noto, è si persuaso di questa verità, che vuole piu torto consegnare suo figlio ad un Fabro, che metterlo in una Casa di qualità, dove gli viene esibito un luogo di Paggio. Non se ne veggono ritornare tanti storpj dalle Armate quanti dal serviggio de’ [26] Grandi: alcuni di codesti meschini perdono l’uso della parola; altri la memoria; altri la vivacità; e bene spesso la vita. Quando veggo un uomo oppresso da malinconia, quasi sempre concludo, frà me stesso, ch’egli è al serviggio di qualche Grande. Ne ho conosciuti molti a i quali si era fatto aspettare un impiego, da un mese all’altro, per lo spazio di venti anni, e finalmente sono rimasti colle mani piene di vento.

È cosa molto ordinaria, che un uomo inalzato a qualche considarabile Posto, cambia il contegno verso de’suoi Amici; e da quel momento, li tratta come se la loro fortuna dipendesse da lui. Non aspettate d’essere più da lui consultato, ne meno negli affari, che vi si appartengono. Sappiate, che il vostro Protettore si crede d’altra specie superiore alla vostra; per consequenza, non vi ammetterà più alla consueta famigliarità. Se poi viene a perdere l’Impiego, siete di nuovo suo intimo confidente; e piglia, in cattiva parte, se gli porgete que’ossequj, ch’esigea da voi, pria che decadesse dalla sua grandezza. Pare, che un uomo, non potesse mai avere buona grazia nel fare una simile figura; ma quelli, che conoscono il mondo, l’hanno più d’una volta veduto.

Mi fà sovente pietà una persona, che pretende di avere ripugnanza ad [27] ogni sorta di bellezza, e ciò non ostante, possa perdere delle ore, dei mesi, e degli anni nel corteggiare un grande, che non ha verun pensiero di passare, ne meno un buon ufficio a suo favore.

Nivel 3► Retrato ajeno► I Grandi hanno un privilegio a loro proprio; d’essere cioè, molto lenti nel ricevere le impressioni de’serviggj, che loro si prestano; e sono prontissimi nel rissentire le ingiurie, e nell’offendersi d’ogni picciola bagatella. Quelli, che sono inalzati dalla Fortuna sopra gli altri quando non siano rinforzati da una rigorosa virtù, sono esposti a si strane vertigini, che non veggono più, le cose, col medesimo occhio: Dispregiano i loro vecchj amici; e cercano farsi delle nuove creature; Tolgono sovente un impiego a voi, che siete del numero de’primi, per darlo ad’uno sconosciuto, che non lo aspettava, e che rimane sorpreso dal vedersi così favorito; ◀Retrato ajeno ◀Nivel 3 E se per questo mostrate qualche afflizione, siete senza riparo perduto; passate per uno stravagante di cattivo umore, che non sà tollerare una minima avversità: Lagnatevi, o nò sarà lo stesso; sarete presso poco trattato, come praticano certe madri co’loro figliuoli; gli schiaseggiano fino a farli piangere; e sieguono a batterli per farli tacere.

Non vi sono, che due mezzi per indovinarla presso de’Grandi. L’uno e di farsi concepire qual’uomo di conseguen-[28]za. L’altro è di acquistarsi la loro benevolenza. Non si riesce nel primo quando non si ha, o non si mostra di non avere bisogno di loro. Per ottenere il secondo fà di mistieri accomodarsi al loro genio, e secondare le loro voglie. Questo è il più vile di tutti gl’impieghi. Per rendersi gradito ad una Persona, particolarmente superiore, non basta possedere belle, e buone qualità, bisogna averne di quelle, che si accordano col suo umore. I suoi vizj, e le sue passioni debbono essere la regola della vostra condotta.

Quando siete gionto à questo dissegno, vi e da temere, che un giorno non vi s’imputino à colpa le vostre compiacenze; e non vi scacj a motivo di que’vizj, ne’quali egli stesso vi ebbe parte, e forse egli stesso vi precipitò .

Non finirei mai se volessi esaminare tutti gli artificj; che usano i Protettori per disimbarazzarsi da un Cliente di poco frutto per loro.

Lo raccomandano ad un altro sogetto che ha meno autorità per assistergli. Gli diranno, che sono infastiditi dalla sua cattiva condotta, la quale non permette loro di impiegarsi a suo favore. Che il tale forse (il nominato non avrà mai inteso a parlare di lui;) si oppone al suo avvanzamento. E se a qualche merito singolare, gli diranno, all’orecchio, le vostre buone qualità vi fan-[29]no guerra: l’invidia vi attraversa la strada; con altri simili adulatori sutterfuggj.

Dopo, che un povero dispreggiato ha provati mille disgusti, e perduto il terzo della sua vita nel corteggiare un Grande, ciò che vi è di più crudele egli e, che ne meno puole ritirarsi, per attendere alla sua quiete, ed a’proprj interessi, senza pericolo di qualche sinistro .

Dopo questi, ed altri rifflessi sopra una infinità di bei talenti, e di buoni naturali, che hanno perdute le loro fortune nell’aspestare (sic.) il favore de’Grandi; Metatextualidad► non mi rimane, che di chiudere questo Foglio col dire; che si ritrovano, benche di rado, i buoni Padroni, che si rassomigliano a que’benefici Genj di Platone, sempre occupati a fare del bene verso quelli che proteggono. E piacesse al Cielo fossero in tanto numero, per dare il contrapeso a quelli, che si rassomigliano alli Dei d’Epicuro che in vece di spandere delle benedizioni sopra i loro adoratori, mandano loro delle tempeste, e delle Procelle. ◀Metatextualidad ◀Nivel 2 ◀Nivel 1