Il Filosofo alla Moda: Lezione XLVIII

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Lezione XLVIII

Alle Salamandre umane.

Citation/Motto

Cervi luporum præda rapacium
Sectamur ultro, quos opimus
Fallere, & effugere est triumphus.

Hor.~i L. IV. Od.~i IV. 50.

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Heteroportrait

Vi è una specie di Donne, che io distinguerò col nome di Salamandre. Queste sono Eroine di castità, che camminano sulle braggie, e vivono dentro le fiamme senza riceverne verun nocumento. Una Salamandra non distingue Sesso veruno nelle persone che pratica. Si famigliariza a prima vista con uno straniero, ne ha il cuore sì vile di esaminare se la persona con cui tratta porti li Calzoni, o la Sottana. Riceve al Letto le visite d’un Uomo; giuoca con lui a Pichetto tutto un dopo pranzo, passeggia con lui due o tre ore al chiaro della Luna, e si scandaliza molto, che un Marito sia tanto irragionevole, o un Padre tanto crudele che voglia proibire al Sesso una libertà sì innocente. Per questo motivo ancora declama continuamente contro la gelosia, applaudisce la buona educazione Francese, e parla con ardore a favore delle maniere libere disimpegnate e sciolte. In somma la Salamandra vive nello stato d’una inalterabile simplicità ed innocenza. Ella e vestita d’un certo freddo naturale, che la rende incorruttibile; si stupisce, che si parli di tentazioni; e sfida gli assalti di tutto il genere umano. La sua Castità e sempre esposta alle prove del fuoco, e ad esempio della buona Regina Emma, la povera innocente passeggia cogli occhi bendati sopra carboni accesi, senza nè pure rimanerne annerita.
Per tanto io non indrizzo questo foglio alle Salamandre sieno maritate o nò; non dee servire che a quelle del bel Sesso, che sono composte di carne, e di sangue e che si credono soggette alla fragilità della natura umana. A queste io mi rivolgo, e con molta serietà le esorto a regolarsi in altra maniera, e ad allontanarsi quanto ponno, da tutto ciò che la Scrittura chiama Tentazioni, e la morale, occasioni. Se sapessero quante milliaja del loro Sesso sono passate a poco, a poco da codeste libertà innocenti al disonore ed all’infamia, e quanti millioni del nostro, dopo avere incominciato colle adulazioni, colle proteste, e coi segni di tenerezza hanno terminato coi rimproveri, coi spergiuri, e colla perfidia. Se sapessero, dico, tutto questo fuggirebbono come la Morte i primi passi di colui che le potrebbe condurre ne’stravaganti labirinti della colpa, e della miseria. Mi sia quì permesso di abbandonare la causa degli Uomini, e di avvertire le Donne coll’onesto Camonte nell’opera intitolata L’Orfanina: che debbono stare all’erta contro tutti gli Uomini che sono naturalmente perfidi, dissimulatori finti, crudeli, ed incostanti. Quando un Uomo vi giunge vi parla d’amore non vi fidate se non con buone sicurezze; ma se giura certamente v’ingannerà. Sarebbe facile l’estendermi al proposito;

Metatextuality

ma mi restringerò al racconto d’una Storia che un uficiale il quale ha servito in Ispagna poco dopo mi ha raccontato; e che somministra un infelice esempio del pericolo a cui si espone una Donna, quando troppo si famigliariza con un Uomo. Eccola parola per parola tale quale l’ho ricevuta.

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General account

Un abitante del Regno di Castiglia, di buona prudenza, e di condotta seria e grave; nell’età di 50. anni in circa, rissolvette di pigliar Moglie. Per non avere motivo di pentirsi nella elezione; e passare il rimanente de’ suoi giorni con qualche dolcezza, gettò gli occhi sopra una Giovane che non avea altro merito, se non la Bellezza, ed una buona educazione; essendo la sua famiglia rovinata dalla Guerra, che avea desolato quel Regno. Dopo averla sposata, e goduta con essa lei per qualche tempo una estrema felicità, fu obbligato passare a Napoli, dove avea la maggior parte de’suoi beni. Sua Moglie l’amava troppo, per non seguirlo in questo viaggio: appena ebbero fatta una giornata di mare, che caddero nelle mani de Corsari Algerini, onde rimasero schiavi con tutti quelli ch’erano nello stesso Vassello. In questa non aspettata disgrazia, il Castigliano, e la sua sposa ebbero la consolazione di servire lo stesso Padrone, il quale vedendo la loro vicendevole tenerezza, e la impazienza che aveano di liberarsi, chiese una summa disorbitante per il loro riscato. Il Castigliano, che avrebbe desiderato se fosse stato solo di più tosto morire nella schiavitù, che pagare quella summa, che lo riducea quasi alla miseria, ebbe tanta compassione per la sua moglie che mandò ordine replicato ad uno de’suoi più prossimi parenti in Ispagna, di vendere i suoi beni, e rimettergliene con sollecitudine il prezzo. Questo sulla speranza, che col tempo si diminuirebbe in parte la somma richiesta; nè avendo per altro genio di alienare un bene di cui sperava una volta d’essere l’erede, portò l’affare tanto in longo, che passarono tre anni intieri senza aver fatto verun passo per tale vendita. In questo tempo si abbattè, che un Francese rinegato abitava nello stesso luogo dove il Castigliano, e sua moglie erano prigionieri. Questo Rinegato che avea tutta la vivacità propria della sua Nazione, li tratenea spesso col racconto delle sue Avventure, vi agiongea alle volte una canzonetta, un balletto, o qualche altra piacevolezza per divertirli. La cognizione in oltre che avea di tutte le maniere degli Algerini, lo pose in instato di rendere loro molti buoni uficj. Il Castigliano un giorno che discorreano assieme de’buoni amici, gli scoprì il cattivo procedere del suo parente verso di lui, e gli dimandò consiglio in quell’affare; poiche gli era impossibile di levare la somma richiesta, per lo riscatto senza portarsi egli in perdona a vendere i suoi poderi. Il rinegato l’assicurò subito che il suo padrone Algerino non consentirebbe mai a rilasciarlo sotto questo pretesto; indi gli suggerì un espediente per fuggirsene in abito da Marinajo. La intrapresa riuscì; ed il Castigliano dopo aver vendute le sue terre non volle confidare il suo danaro ad alcuno, sul timore che non gli accadesse qualche altra disgrazia; ma rissoluto di perire, più tosto che lasciare nella schiavitù una sposa che gli era più cara della propria vita, si rimbarcò sopra un piccolo Vassello destinato per Algeri. È impossibile di esprimere la gioja che sentiva nel pensare, che rivederebbe ben presto il vezzoso oggetto del suo Amore, e che gli diventerebbe più caro coll’atto d’una sì straordinaria generosità. Nel tempo della sua assenza, il Rinegato si era sì bene insinuato nella buona grazia della Donna; e le avea riempiuto talmente il capo di galanti avventure che venne a considerarlo, come l’uomo il più manieroso, e più ben fatto che avesse in sua vita conosciuto. In somma si dispose a non più riguardare il Povero Castigliano che come un debole Vecchio indegno di possiederla. Il rinegato l’avea istruita, in quale maniera dovesse regolarsi all’arrivo del suo sposo: che ciò dopo averlo ricevuto con tutti li segni della più viva tenerezza, e della più sincera riconoscenza, lo persuadesse a mettere nelle mani del rinegato loro Amico il danaro del riscatto, sotto il pretesto ch’egli ne farebbe diminuire qualche parte meglio di quello potesse riuscirne egli stesso. Tanto ella eseguì ed il buon Uomo ammirando la sua prudenza, si appigliò all’iniquo consiglio.

Metatextuality

Vorrei poter occultare il rimanente dell’Avventura, ma già che ne ho detto tanto, la terminerò colla possibile brevità.

General account

La mattina seguente il Castigliano che avea dormito più del solito si risveglia, nè ritrova più la Moglie. Si leva, la ricerca, la chiama; ed intende ch’era stata veduta allo spuntare del giorno col Rinegato. Avea costui pigliate le misure sì giuste per la fuga, che si ritrovarono ben presto fuori de’confini d’Algeri col danaro; sicche rimasto il misero Castigliano nella schiavitù, esposto a tutta la rabbia del crudele Padrone; ed affannato dalla perfidia dell’ingratissima Moglie, terminò in poco tempo di vivere.