Citazione bibliografica: Cesare Frasponi (Ed.): "Lezione LVI", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.1\056 (1728), pp. 352-359, edito in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Ed.): Gli "Spectators" nel contesto internazionale. Edizione digitale, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.174 [consultato il: ].


Livello 1►

Lezione LVI

Alli desiderosi di arrichire.

Citazione/Motto► Magister artis ingenique largiter Venter.

Pers. Sat. Prol. V. II. ◀Citazione/Motto

Livello 2► Luciano scherniva i Filosofi de’suoi tempi, che non poteano convenire fra di loro, se le Ricchezze fossero vero bene, o nò. Le sette più severe, lo negavano con franchezza, e gli altri l’asserivano con altrettanto ardore.

Io sono portato a credere, che a misura, che il mondo diventa più polito, vada abbandanando l’opinione di que’rigoristi; e che non vi sia persona oggidì, la quale non confessi, che il godimento d’un buon capitale non sia accompagnato da grandi vantaggi. Benche quelli che hanno più virtù, dispreggino buona parte de’piaceri mondani; con tutto ciò, [353] non saprebbono essere insensibili al peso, ed alla dignità, che una facoltà onesta, dona al loro carattere, ai loro Conseglj, ed alle loro azioni.

Egli è un generale lamento di tutti gli Artiggiani, che i più ricchi frà di loro sono quelli che vengono più incorragiti dagli avventori; e questo lo attribuiscono, falsamente, alla malignità degli Uomini, che si pilgliano piacere di favorire i meno bisognosi degli altri, co’loro soccorsi. Infatti, se si esamina più da vicino, la facenda si ritroverà, che la loro condotta nel proposito, e fondata sulla ragione. Suppongasi la stessa integrità in due artigiani, vi è più da temere di qualche forfanteria in un povero, di quello sia in un altro, le di cui circostanze le tengono lontano da simile tentazione.

Da questo pure nasce, che il Governo civile riguarda i suoi più ricchi sudditi, come i più interessati a mantenerlo e come i più proprj a sostenere le prime Cariche dello stato. Corre all’opposto di quelli, la fortuna de’quali è lacera, ed è troppo vero ciò, che Livello 3► Catilina disse a suoi congiurati, tutta gente da sacco, e da corda, per non avere fatta, sopra di loro impressione, che aspettava che non aveano, cioè, niente da sperare, se non da una guerra civile. ◀Livello 3

Metatestualità► Dopo questo breve eloggio delle Richezze, non dubito, che la maggior parte de’miei Leggitori, non aspettino quì [354] da me, una Disertazione sopra i mezzi di stabilire la loro fortuna, o sopra l’arte di arrichirsi. ◀Metatestualità

Il primo, ed infallibile di codesti mezzi è lo sparagno. Tutti gli Uomini non hanno il talento necessario per guadagnare del danaro, ma tutti ponno praticare questa virtù. Vi sono pocchissimi, che volendo rifflettere sopra la loro vita passata, non ritrovassero che se avessero sparagnate tutte quelle picciole somme, che hanno impiegate male a proposito, o senza necessità avrebbero oggi un assai onesto Capitale.

Il secondo rango è dovuto alla Diligenza. Amendue queste virtù ci sono raccomandate ne tre’seguenti Proverbj.

Non fate mai per mezzo d’altri ciò che potete fare da voi stessi

Non rimettet mai a domani, ciò che potete far oggi

Non bisogna mai trascurare le picciole cose nè le picciole spese

Il terzo mezzo per arrichirsi, è l’osservare, in tutte le facende, l’ordine del che sono capaci anche i più deboli talenti.

Livello 3► Exemplum► Il famoso N. N. uno de più grandi Politici del suo tempo, interrogato da suoi Amici come potesse accudire à tutti gli affari, che avea per le mani; rispose, che tutta la sua arte consistea, in non fare che una cosa alla volta. Se tengo, disse delle Lettere importanti da scrivere, io non [355] penso, che a presto spedirle; se gli affari domestici richieggono la mia attenzione, mi vi dono tutto fino che sieno regolati. ◀Exemplum ◀Livello 3

Veggiamo sovente degli flematici, e di grosolano talento giognere a grandi ricchezze, colla regolarità e col buon ordine, che osservano in tutti i loro affari; la dove, senza tal esatezza i più bell’Ingegni, e le più vive immaginazioni imbrogliano più tosto, che condurre a’buon fine gl’interessi.

Si potrebbe dunque, a mio credere, stabilire per massima, che ogni Uomo dotato d’un ordinario talento, ha li mezzi sicuri per arrichirsi nella situazione, in cui si ritrova se i più svelti alle volte non vi riescono, proviene, o perche preferiscono qualche altro ogetto alle ricchezze; o perche non le vogliono acquistare, che a loro capricio, volendo per lo più continuare a gustare tutti li piaceri, e tutte le dolcezze della vita.

Oltre codeste vie ordinarie per arricchire, bisogna confessare che l’ingegno molto vi coopera, e ritrova in che essercitarsi per ogni verso.

Benche vi sia stata da molti secoli una infinità di mezzi, per fare de’guadagni, e si siano da qualche anno assai moltiplicati; con tutto ciò vi rimane per anco su questo punto, un si vasto campo all’invenzione, che un Uomo di mediocre ca-[356]pacità, ne potrebbe facilmente scuoprire un nuovo, a cui non vi si pensi nè vi siabbi [sic.] pensato fin ora. Veggiamo ogni giorno de’poveri affamati, che hanno dell’ingegno, per mettere in pratica delle sottigliezze, che mostrano in questo proposito la sforza dell’invenzione.

Livello 3► Exemplum► Si dice che Scaramuccia, celebre buffone Italiano, ridotto in una estrema necessità, al suo arrivo in Pariggi, pensò ad uno strattagema assai grotesco per rimediarvi. Girava d’intorno la Bottega d’un Profummiere, ch’era molto in voga, e tutte le volte, che vedea escirne qualchuno, che avea comprato del Tabacco in polvere, non mancava di chiedergliene una presa. Quando ne avea adunata una certa quantità di tutte le sorte, che mescolava insieme, lo rivendea a buon prezzo allo stesso Profummiere, il quale accortosi del giro, ne pigliò l’occasione di mettere in credito quel Tabacco, sotto il nome di Tabacco di mille fiori. La storia aggiugne, che Scaramuccia si mantenne commodamente, con tale astuzia, fino che la brama di troppo presto arrichirsi lo portò un giorno a pigliarne una eccessiva presa nella scattola d’un officiale svezzese, il quale credendosi schernito lo caricò con molti colpi di Canna, e l’obbligò ad abbandonare quella ingegnosa maniera di guadagnarsi il vitto. ◀Exemplum ◀Livello 3

Metatestualità► A quest’essempio ne aggiugnerò un al-[357]tro del famoso Rabelais; ◀Metatestualità Livello 3► Exemplum► questi costretto fugirsene da Roma, mal’in arnese, senza danaro, a piè, solo, pensò uno stratagema, il quale ad ogn’altro, che a lui, potea costar molto caro. Gionto in un osteria a Lione vi dimandò una Camera in disparte; ed un Giovine, che sapesse leggere, e scrivere. Fece indi molti piccioli sacchetti di cenere che ritrovò nel Camino; e quando il Giovine gli ebbe portato penna Carta, e Calamajo, gli fè scrivere varj biglietti; sopra uno vi era “Veleno per far morire il Re: sull’altro “Veleno per far morire la Regina: sull’altro “Veleno per far morire il Duca di Orleans e così degli altri prencipi, o principesse della Famiglia Reale. Attaccò i biglietti sopra ciascuno de’sacchetti, e disse al giovine, mio figlivolo guardatevi bene di parlare di questo ne a vostra madre ne a chi si sia perche vi anderebbero e la vostra e la mia vita. Dopo chiuse que’Pachetti nella sua Bolgia, e comandò, che se gli prestasse il pranzo.

Mentre pranzava, il Giovinetto non mancò di raccontare a sua madre quanto era passato. La buona Donna, piena di spavento, e toccata dalla cattiva mina del Pellegrino, si credette in obbligo di avvisarne il Prevosto della Città. Tanto più, che il Delfino era stato di fresco avvelenato e tutta la Francia era in duolo, a causa di questo accidente funesto.

Accorre con tutta fretta all’osteria, [358] il Prevosto colla corte, piglia una succinta informazione, esamina Rabelais che non gli risponde con disordine, si assicura di lui e della sua Bolgia, e si crede in obbligo di condurlo egli stesso, sotto buona scorta, a Pariggi.

Montato sopra un buon Cavallo, e bene pasciuto in viaggio, senza, che glie ne costasse un soldo, in pochi giorni Rabelais, venne presentato al Rè, che molto ben lo conobbe, e gli dimandò, ove avesse lasciati li suoi Compagni; e chi l’avesse ridotto a si povero stato, in tanto il Prevosto fa la sua relazione, mostra la Bolgia, i sacchetti; e le informazioni, che avea pigliate. Rabelais racconta al Rè la sua avventura, assaggia dinanzi a lui di tutte le sue polveri, ed il tutto servì di motivo ad’una risata, ed a divertire per qualche tempo la Corte. ◀Exemplum ◀Livello 3

Il negozio in generale mi pare non solamente avvantagiosissimo al Pubblico; ma eziandio la strada più naturale e più sicura per istabilire la propria fortuna. Il bene acquistato col traffico è per l’ordinario accompagnato da una grande soddisfazione, ed anche da una buona coscienza.

Metatestualità► Siasi com’esser si voglia, non debbo finire questo discorso senz’avvertire, che io noll’indrizzo, se non a quelli, che cercano di avvanzarsi nel mondo, per le vie ordinarie, non già a quelli che con un debole principio s’inalzano ad alte fortune. Per [359] questi non fà ciò che ho detto dello sparagno Non vi è niente di più contrario a pensieri dell’ambizione. Un Uomo, che machina grandi partiti, non sa applicarsi a bagatelle. Si puole paragonare a que’Poeti di primo rango, che, per ispiegarmi con Longino pieno di magnifiche idee, non hanno sempre l’aggio di osservare le picciole vaghezze, e le delicatezze della loro arte. Priego però i miei Leggitori di ben’esaminare le stessi, prima di mettersi in riga co’tali Ingegni sublimi; è facilissimo l’ingannarsi. ◀Metatestualità ◀Livello 2 ◀Livello 1