Tribus Anticyris caput insanabile.
A. P. 300.
Zerbinotto, e del cuore d’una Civetta riposti dinanzi a noi sopra una Tavola. Un perito Incisore aprì la Testa del primo con molta arte; e benche da principio comparisse come quella d’un altr’Uomo, rimanemmo sorpresi nel vedere all’avvicinarsi de’nostri microscopj, che quello aveamo pigliato per cervello, non ne avea che l’apparenza, ed in sostanza non era che un amasso di strane materie impastate assieme con arte maravigliosa nelle differenti concavità del Cranio. Di maniera che se [Homer#H:Omero~i] ci dice, che il sangue de’Dei non è vero sangue; ma qualche cosa d’analogo; si può dire così del cervello d’un Zerbinotto, che non è realmente cervello, ma qualche cosa che ne ha la figura.
La Glandula pineale, che molti de’nostri Filosofi moderni suppongono sia la sede dell’anima, avea un gagliardissimo odore di quinta essenza, e di aqua di fiori di narancio, compariva circondata da una sostanza che si rassomigliava al corno, tagliata in mille piccole facciette, o specchietti impercettibili agli occhi, di sorte che l’Anima, se vi era mai stata,
Osservamo sopra dinanzi alla Testa una grande concavità piena di Nastri, di Merli, e di riccami che formavano insieme una specie di Retticella, lavorata con tanta finezza, che la tessitura ci fugiva dall’occhio. Un altra di codeste concavità era ripiena di dolci biglietti, di Lettere amorose, di canzonette, e di simili galanterie, che non si vedeano che co’Microscopj. In una terza concavità vi era una specie di polvere che ci fè stranutare tutti, e la riconoscemmo all’odore, per vero Tabacco di Siviglia;
Due spaciose Concavità però che vi erano da una parte, e dall’altra del capo, meritano qualche attenzione. Quella dalla parte destra era ripiena di finzioni, di adulazioni, e di bugie; di voti, di promesse, e di proteste. Quella dalla parte sinistra rachiudea delle Imprecazioni, e de’giuramenti, e delle smanie. Da ciascuna di codeste concavità si vedea uscire un canale che terminava alla radice della lingua, dove ammendue si univano; nè formavano indi che un solo Canale fino alla punta di quel picciolo mobile. Osservammo diversi piccoli sen-Stramberie, ed i nostri Insipidezze.
Le pelli della fronte, la Derma, e l’Epiderma erano d’una spessezza, e d’una durezza straordinaria, restammo assai sorpresi in non potervi scoprire, nè Arteria nè Vena, ne meno co’Microscopj dal che concludemmo, che il proprietario di questo Cranio avea perduta la facoltà di arrossire, quando era vivente.
L’osso criveloso era quasi turato da un ammasso di Tabacco in polvere, ed anche in qualche parte offeso. Osservammo sopra tutto quel piccolo muscolo; che si dura fatica a discoprire nelle Incisioni, e che serve a grinzare il naso, quando il proprietario vuol mostrare del dispregio nel vedere qualche cosa che gli dispiace; o nell’udire qualche cosa che non intende. Latini, quando parlano d’un Uomo che ranicchia il naso, o fa il becco di Rinoceronte.
Non vedemmo cosa di grande rilievo nell’occhio, se non che i Muscoli Amorosi o vogliamo dire, quelli che servono a guardare con artificio bieco erano molto logorati; la dove il muscolo elevatore, quello cioè, che fà inalzare l’occhio verso il Cielo, non compariva fosse mai stato messo in opra.