Metatextualität
Sig. Filosofo,
Le vostre Lezioni, per quanto osservo non sono
unicamente destinate al Mondo sapiente e polito; e mi pare che non v’allontanereste dal vostro fine,
se ne pubblicaste qualch’una che mirasse alla istruzione del genere umano in generale, il che vale
mille volte più di tutti li tratti d’ingegno, che vi possiate framischiare. Permettetemi dunque il
dirvi che fra tutti gli abusi che avete fin quì cercato di riformare, non ve n’è uno
che sia più degno delle vostre premure, di quello che continuamente si comette nel nodrire i
fanciulli. Si può vedere niente di più crudele, che una Madre la quale con tutte le qualità
necessarie per coltivare il frutto delle sue viscere, appena se n’è scarricata, lo depositi in mano
d’una Donna che ordinariamente è poco sana di corpo e di mente, che non ha nè onore, nè riputazione,
nè tenerezza, nè pietà per lo povero Innocente che se le confida, che attaccata al suo unico
interesse, non ne piglia la cura che a forza di danaro, e che lo trascura bene spesso fino a
lasciarlo perire; simile a quel Terreno sopra di cui allegoriza Esopo che ricusava di nodrire una
Pianta straniera, per questo solamente perche non era delle proprie? Il figlio d’un altra è più
naturale alla sua nodrice di quello sia una Pianta straniera ad un nuovo terreno; come si puole
supporre che questo figlio sia ben nodrito? e se riesce non s’imbeverà egli degli umori grossolani,
e di tutte le cattive qualità della nodrice, come un Albero trapiantato in altro terreno, e come un
innesto inseritto sopra un tronco di altra specie? Non veggiamo che un Agnello allattato da una
Capra perde molto del suo naturale, a segno che la sua Lana si rassomiglia al pelo
della nodrice? La giornale sperienza basta per convincerci, che l’umore, e le qualità d’una Donna
passano col suo latte nel corpo del figlio. Da questo viene ciò che si diceva una volta d’un Uomo
malvaggio, che avea succhiato il fiele col latte della Madre.
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Exemplum
Per questo si è preteso che Remo~i, e Romolo~i siano stati nodriti da
una Lupa. Telepho~i figlio di Ercole~ida una Cerva. Pelia~i figlio di Nettuno da una Cavalla; ed
Egisto~i da una Gapra. Non già che avessero succhiato il latte da que’Animali, come qualche scioco
ha creduto; ma si dicea perche mostravano il naturale di quelle Bestie, e questo l’aveano contratto
dalle loro nodrici.
Fondato sull’autorità, e sulla sperienza, potrei addurre varj esempj a provare che i figli
contraggono i disordini, e le passioni delle loro nodrici, la collera, la timidità, la malinconia,
l’invidia, la malizia, l’odio ec.
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Exemplum
Diodoro Siculo~i dice, che la nodrice di Tiberio Nerone~i era molto
dedita al vino; e che quest’Imperadore la imitò sì bene che il Popolo in vece di Tiberius nero~i, lo
chiamava, Biberius mero. C’insegna eziandio che la nodrice di Caligola si spruzzava di sangue le
mammelle, sicche gli bagnasse le labra, e questo l’avea reso sì crudele e sanguinario, che non
solamente ha fatte molte stragi; ma desiderava che tutt’il genere umano avesse una sola
Testa per avere il diletto di abbatterlo in un solo colpo.
Di simili effetti ne’loro figliuoli si stupiscono i Padri, e le Madri; nè sanno a chi
attribuirli. Non sanno da dove provenga, che i loro figliuoli sono dediti al vino, a ladronecci,
alle crudeltà, stupidi, insipidi, senza talento; e pure è facile il far vedere che un figliuolo
benche nato dalle più oneste persone del Mondo, può essere guastato dalla cattiva costituzione della
sua nodrice. Quanti ne veggiamo tutti li giorni attraersi delle convulsioni, dell’etisie, delle
tigne, o altri mali per avere ricevuto il Latte dalle loro nodrici, mentre aveano alterato il sangue
dalla colera, o da altra passione? È cosa certa che la nodrice non ha quasi verun accidente
fastidioso che non passi al nodrito; e perciò si trovano pochi nelle Città, dove particolarmente
corre l’abuso che non siano soggetti a qualche abituale indisposizione. Se dimandate ad una Donna
perche s’assoggetti a nodrire i figli delle altre? Vi risponderà subito che ha un dissoluto Marito;
onde bisogna si guadagni il vitto alla Moglie che puole. Questa risposta a ben pesarla, dovrebbe
cagionare della ripugnanza per tale Donna, avvegnache vi è molto da presumere che un tale Marito
noll’abbi infettata, o sia per infettarla di qualche male villano, o per lo meno le
possa cagionare del turbamento e dell’imbarazzo. In oltre ridotta dalla povertà a pigliare quel
figlio, non puole nodrirsi che di grossolane, e indigestibili vivande che producono un sangue
cattivo, ed un latte impuro; d’onde ne risultano quasi sempre lo scorbuto, le scrofole, e diverse
altre infermità. Oh si pigliano in Casa, si alimentano con cibi proprj, si custodiscono, e bene?
Assuefatte a cibi grossi, che digerivano coll’esercizio del corpo, se ne invogliano colla
privazione, più che mai; e capitando loro alla mano li divorano. Assuefatte alla libertà, la
soggezione, e la ritiratezza, Madri della malinconia, ingrossa loro il sangue, e fa, diciamola colla
esperienza, fa che si procurino de’divertimenti nocivi per la creatura che allattano. Quelle
famiglie che hanno il modo di tenerle in Casa, sogliono custodirle dalle segrete visite de’loro
Mariti. Le altre visite de’medesimi che si permettono, incitano il loro appettito; e quante le
soddisfano co’servidori. Abbiate dunque la bontà mio caro Signore a favore di tante creaturelle
innocenti, esposte a’pericoli sì gravi d’impegnare tutti li vostri sforzi, ed i tratti più vivi
della stostra (sic.) eloquenza, per impegnare le Madri a nodrire i proprj figli; il che non può
essere che di loro vantaggio. Si ha bel dire che la Madre s’indebbolisce; non vi è
niente di più ridicolo, nè di più falso. Ella ne diventa più vigorosa, e si conserva più sana.
Quello scarico del latte ordinato dalla natura è il migliore rimedio che si possa ritrovare, per
cautelarsi da’vapori, e prevenire gli abborti. Li suoi figli riusciranno più robusti con quel latte
individuale loro destinato dalla stessa natura; la dove allattati da un altra, sovvente si riducono
in istato che paiono Scheletri, Ombre, e frutti male staggionati, che mai si maturano. Questi sono
regolarmente que’maleficj che si vanno chimerizando come proddotti da altre cause maligne. È certo
che una Donna la quale ha vigore di mettere al Mondo un figlio, l’ha pure d’ordinario per
allattarlo. Mi si stringe il cuore nel vedere tanti fanciullini sì delicati, che la minima cosa
puole offenderli. Un leggerissimo colpo particolarmente sul tenero capo può renderli stupidi, o
infermi per tutta la loro vita; e perciò è necessaria una particolarissima diligenza e vederli,
dico, consegnati alla indiscretezza d’una straniera, che colle impazienze, e colla negligenza li fa
perire. Non vi è cosa che possa paragonarsi alla crudeltà d’una Donna, che dopo avere portato nove
mesi un figlio nel Seno; e dopo averlo nodritto tutto quel tempo come una parte di se medesima; allorche vede la luce, abbandona non ostante che co’suoi gridi, e colle sue lagrime implori
la sua assistenza, e per così dire, la solleciti all’adempimento de’doveri di Madre verso di lui. Le
Bestie più fiere non hanno elleno tutta la cura possibile de’loro teneri parti? non se l’adossano
con soddisfazione; a quali stenti, a quali pericoli non s’impegna. no! e come si potrà dare il
titolo di Madre ad una Donna che non vuole l’incomodo di nodrire i suoi figli? La Terra si chiama
madre di tutte le cose, non per questo solo che le produca; ma perche prodotte, le sustiene e le
nudrisce. La concezione, è la nascita d’un figlio e la sequela necessaria d’un momentaneo piacere;
ma il nodrirlo ed allevarlo; e una conseguenza di elezione, e di virtù. Si danno, e vero, de’casi
che ne dispensano la Madre; ma se ne ritrovano sì poche di quest’ordine che di mille pretesti che si
adducono, appena ve n’è uno che sia legitimo. Per lo meno, se una Donna crede che suo Marito possa
sostenerne la spesa, d’accordo colla Levatrice l’impegna a dare il figlio a nodrire, sotto pretesto
d’indisposizione. Ma chi il crederebbe? molti da’Mariti stessi lo vogliono, e per non sentire i
fantolini a gridare, e per non differire lo sfogo della loro libidine, e per seguire la moda, che
dirò sempre crudele.