Miseri, quibus Intentata nites.
Lib. I. V. 12.
Sig. Filosofo.
Io non sò che voi abbiate parlato fin’ora d’una certa specie di Donne, che noi comunemente chiamiamo. Non potete mai meglio impiegare il vostro tempo, che nell’esaminare, e dipingerci queste perniciose creature. Vanarella per verità si accosta molto alla Scaltra; ma la prima non si occupa, che ad imitare se stessa, e a dare false speranze a suoi Amanti. La dove questa non contenta di essere molto amabile, ha un maligno piacere di tormentare Scaltra gli mostrerà d’improviso dell’avversione; e rivoltando la faccia in altra parte, con aria sdegnosa: si stupirà, ch’egli rimanga sorpreso dalla sua fredda accoglienza. Onde il povero sfortunato si ritira e parte tutto mesto, ed abbattuto; piglia la penna, e le scrive ne’seguenti più sommessi termini. Che non sà donde possa venire la sua disgrazia ch’egli è sempre stato divoto alla dolcezza della sua vita, e ch’egli è disperato nel vedersi privo d’un sì gran bene. Non si arrischia di accostarsele per qualche tempo; rode il suo freno in segretto; languisce, s’infastidisce, e si annoja alla vista di quanto incontra. Finalmente rissolve di tentare la sua fortuna, e di venire ad una dichiarazione con essa lei sopra il suo strano procedere. Si mette dunque in istrada per andare a ritrovarla, pieno di dubbj, e di agitazioni, sulla prima occhiata che riceverà; ma appena comparisce, ch’ella gli corre in contro; l’interroga con ansietà, dove sia stato per tanto tempo? lo rimprovera d’averla trascurata, e lo tratta con sopprafina famigliarità. Questa buona intelligenza dura fino che la bella s’accorge, che l’Amante si ritrova contento della sua felicita; ed allora non manca d’interromperla con qualche nuova buttata; Scaltra consiste nell’affliggere gli altri. Ma tal’è il debole di codesta razza di Donne; portano un umore sì bizarro anche quando non hanno più vezzi per renderlo sopportabile.
Confesso mio Signore con mio grande ribrezzo, cho io sono stato l’addolorato trastullo di codeste Sirene, fino dalla mia più tenera gioventù; la inclinazione mi portava alle amorose tresche, ed a legare corrispondenza colle Donne di spirito, a segno che ho passata tutta la mia vita in un continuo circolo de’loro giri in questo proposito. Ma per-Cato. Vi dirò a mia confusione, che io mantenevo questa creatura, quando era cosa alla moda, e che ogni Gentiluomo dovea avere la sua Inamorata. Cato sotto le apparenze d’essere volubile, bizarra, ed irregolare in tutte le sue parole, ed in tutte le sue azioni, nascondea la più compita astuzia, che a’suoi tempi vi fosse. La sua svogliatezza avea per me, le attrattive della castità, e la moderazione de’suoi colpevoli desiderj, mi parea avesse tanto merito, come se ne avesse trionfato. Che che ne sia, ella pigliava delle arie da giovane pazzarella; e quando io le dicevo qualche parola dolce, ella mi levava la perucca, se la mettea sul capo, e si rimirava nello specchio; mi ponea le mani su i fianchi, cavava la mia Spada, e tirava qualche colpo contro la muraglia. S’impossessava della mia Croatta per impiegarla a qualche altro ridicolo uso; e fea mille simiotterie di questa natura, fino ch’era passato tutto il tempo che le avevo destinato. Io mi ritiravo contento d’avere a mia disposizione, una sì bella giovane, che troppo indiscreta per piacermi, parea troppo indifferente per usarmi verun tratto cattivo.
Quest’avventura eccitò il mio sdegno contro tutte le Donne libertine, sotto qualsivoglia apparenza, ch’elle occultino la loro perfidia; rissoluto dall’ora in poi di non avere più veruna aderenza, che con quelle che sieguono le massime della civiltà, e dell’onore. Per questo io menai una vita più regolata, mi occupai nel fare delle visite; nel frequentara le adunanze; nel dare la mano alle Dame, quando escono dall’opera; e nell’adempiere tutti que’importanti doveri ai quali ogni ammiratore del bel Sesso è sempre disposto Erede d’un assai considerabile fondo, i Padri e le Madri mi considerarono subito, come un partito avvantaggioso per le loro figliuole; sicche non ebbi verun ostacolo per introdurmi nelle migliori Case della Città. Ma per la maligna influenza della mia stella, destinato a servire inutilmente il bel Sesso, m’attaccai per tre volte, una dopo l’altra a delle Scaltre.