Zitiervorschlag: Cesare Frasponi (Hrsg.): "Lezione XXXIX", in: Il Filosofo alla Moda, Vol.1\039 (1728), S. 237-244, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.122 [aufgerufen am: ].


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Lezione XXXIX

Alli Politici Fazionari.

Zitat/Motto► Me pueri, ne tanta animis assuescite bella
Neu Patriæ validas in viscera vertite vires
.

Virg. Enei.VI. 832. ◀Zitat/Motto

Ebene 2► Ebene 3► Allgemeine Erzählung► Ritrovandomi nella Città di Londra in occasione de’miei viaggi, per acquistare quelle notizie che mi hanno reso Filosofo alla Moda, come poco pratico, ero sovente in necessità di farmi insegnare le strade. Dovevo portarmi a cagione di certo affare nella contrada di S. Anna, ne interrogai un Uomo; e questi in vece di rispondere a proposito; mi trattò da Cane Papista, dicendomi chi ha canonizata Anna? per isfuggire lo stesso incontro, volli dimandare ad un altro, dov’era la contrada di Anna, e questi m’intitolò Cane rognoso, e senza mostrarmi il cammino, aggionse: Anna era santa prima che tu fossi nato, e continuerà ad essere Santa anche dopo che sarai apicato. Allora credetti di non dover più fare la stessa inchiesta; ed all’ingresso di ciascuna strada dimandavo come si chia-[238]masse. Un tale artificio mi servì, tutto il tempo della mia dimora, in quel pericoloso Paese, a ritrovare que’luoghi, dove volevo andare; senza espormi a qualche sinistro. ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3

Quest’avventura mi diè motivo di rifflettere sopra i mali che cagionano le facioni, o i Partiti. Rovinano ogni sorta di buona corrispondenza nelle Communità, e nelle Famiglie; animano anche le persone oneste, l’una contro dell’altra, e pregiudicano sì al pubblico, sì al privato.

Non vi è giudicio sì terribile al Mondo, quanto lo Spirito di divisione, che separa un Popolo, o una Communità in due corpi; e li rende più contrarj, che se formassero due nazioni totalmente diverse. Le conseguenze d’una tale discordia sono in grado supremo rovinose, non solamente per quello riguarda il vantaggio de nemici, ma eziandio per quello riguardano i mali, che produce nel cuore di quasi tutte le persone che le compongono. La influenza è fatale, e per i costumi, e per le opinioni; Rovescia le idee della virtù, e distrugge anche il buon senno.

Quando un violente spirito di Fazione scoppia, con tutta la sua forza, produce le guerre civili, ed anche le stragi, e quando viene rattenuto ne’più stretti limiti, dalla forza; si sfoga, colle menzogne, colle maldicenze, colle calunnie, [239] e colle ingiustizie. Riempie in somma le Nazioni, le Communità, e le Famigle di Fiele, di Odio, e di rancore, ed affoga sino la radice della bontà, della compassione, e dell’umanità.

Ebene 3► Dice benissimo Plutarco “che non si dee permettere di odiare, nè meno i nemici; perche aggiugne, se vi cadete una volta, questa passione s’inalzerà indi da se stessa nel vostro cuore. Se odiate i vostri nemici contraerete un abito cattivo, che si rivolterà insensibilmente a pregiudicio degli vostri Amici; o per lo meno delle Persone, che vi sono in differenti.” ◀Ebene 3 Potrei quì dimostrare che quel Precetto di morale, il quale attacca la malignità del odio alla stessa passione, e non all’oggetto quadra meravigliosamente bene, con questa grande massima, che fu dettata agli Uomini un Secolo prima che Plutarco scrivesse; ma in vece d’insistere su questo accordo, che cava per così dire, gli occhj coll’evvidenza; Osserverò pieno d’un vivo dolore, che vi è buon numero di oneste persone, le quali vengono animate dal maledetto principio di fazione una contro l’altra, ed inasprite in una maniera inconpatibile coi lumi della ragione, e co i Precetti del S. Vangelo. Non vi è niente di più specioso del zelo per lo bene del Pubblico, nè che sia più proprio a nodrire nel cuore delle persone virtuose certe passioni che non vi sarebbe-[240]ro mai eccitate, ne meno dal proprio interesse.

Se lo spirito di fazione ha un sì cattivo effetto sopra i costumi, ha eziandio una malignosissima influenza sopra l’Intelletto. Veggiamo sovvente, che un miserabile Foglio volante, o una insipida tessitura, viene innalzata fino alle stelle da quelli, che sono della stessa fazione, o scuola coll’Autore; la dove una eccellente opera rimane alle volte abbassata fino a terra da quelli che sono di opposto partito. Ogni Uomo animato da questo Spirito, è quasi incapace a discernere i mancamenti delle reali bellezze. Un Uomo di merito, che non si accorda colle nostre massime, è come un obbietto che si rimira dentro l’acqua; comparisce infranto, e distorto, benche intero, e diritto in se stesso. Da questo ne nasce che non vi è una sola persona di rimarco, a cui non si attribuiscono de’caratteri opposti, come la Luce, e le Tenebre. Il sapere, e la erudizione sovra tutto soffrono un tale pregiudizio, che oggidì regna in tutte le condizioni, ed in tutti gli ordini di persone. Se gli Uomini una volta si rendeano illustri nelle dotte Società, delle quali sono membra co i loro straordinarj talenti, ora vi si distinguono dal calore, e dalla violenza, con cui sposano i differenti partiti. I Libri pure si stimano colla stessa considerazione. Uno [241] scritto carico di grossolane ingiurie, e li stupidi scherni, passa per una buona Satira. E si tratta da eloquente, e ben fatto un ammasso confuso d’idee, che regnano in una Fazione.

Ebene 3► Exemplum► Vi è una specie di sofismo posto in uso da due partiti, che si riduce a pigliare per incontrastabile verità tutto ciò che si è sempre riferito di scandaloso verso una persona, e così fabbricarvi sopra delle mal fondate speculazioni. Le calunnie delle quali non si è mai addotta veruna prova, o che sovvente furono ributtate sono le ordinarie dimande di codesti infami susurratori, e sopra di queste procedono, come sopra asiomi da tutto il Mondo ammessi; benche sappino nel fondo della loro anima, che sono false, o almeno dubbiosissime. Quando hanno gettati sì deboli fondamenti, non è da stupirsi se la fabbrica che innalzano loro, quadra sì bene per ogni verso. ◀Exemplum ◀Ebene 3Se questa indegna prattica de’nostri giorni, dura più lungo tempo, la gloria, e la infamia non saranno più motivi per impegnare gli Uomini all’adempimento del loro dovere.

Tutte le Nazioni hanno certi periodi, ne quali prevale un tale spirito d’innumanità. La Italia si vidde longo tempo lacerata da Guelfi, e Gibellini; e la Francia dalli amici, e nemici della Lega. La Inghilterra anche di presente da Vighs, e Toroy in qualche parte. E grande infeli-[242]cità d’un Uomo l’essere nato, o impegnato in una stagione sì piena di procelle, e di tumulti. Vi sono certi spiriti ambiziosi turbolenti, ed astuti, che cagionano tali fazioni; e sotto il bel pretesto dell’interesse commune, strascinano nel loro partito delle ben intenzionate persone. Quante di queste per altro oneste nodriscono pensieri poco caritatevoli, ed innumani, per un zelo mal inteso a favore del pubblico? Quali crudeltà, e quali vaniè non esercitano contro quelli d’un opposto partito; e per altro gli onorerebbono della loro stima, se in vece di rimirarli sotto la idea che loro viene suggerita, li conoscessero tali quali sono in se stessi? Così molti Uomini di singolare probità abbracciano degli errori massici, e de’vergognosi pregiudizj diventano malvaggi col più nobile di tutti li principj, qual’è l’amore della Patria. Non sò quì tralasciar di riferire il Proverbio Spagnolo, il quale dice che saressimo tutti d’accordo, se non vi fossero nè stolti, nè forfanti nel Mondo.

Per me desidererei di buon cuore, che tutte le persone oneste volessero collegarsi assieme per mantenersi contro gli sforzi di quelli, che fomentano i partiti. Se vi fosse un tale corpo di buone truppe regolate, non si vedrebbono mai i più scelerati di tutti gli Uomini innalzati a’più grandi impieghi, perche sono utili ad [243] una Fazione; ne i più illustri trascurati, perche sono superiori a tutte quelle pratiche indegne che li renderebbono graditi al loro partito. Allora discerneremmo il minimo rognoso, che vi fosse nell’ovile, gli daremmo la caccia per quanto apparisce forte, e robusto; metteremmo al coperto la Innocenza oppressa, e diffenderemmo la virtù, benche esposta al dispreggio, o alla satira, all’invidia, o alla calunnia. Non trattaremmo in somma i nostri Concitadini, o i nostri confratelli, nè da Guelfi, nè da Gibellini; ma l’Uomo di merito sarebbe nostro amico, ed il perfido nostro nemico.

Metatextualität► Voglio quì aggiongere un Formulario, al quale vorrei, che tutti li or or’accennati da collegarsi, si sottoscrivessero. ◀Metatextualität

Ebene 3► “Noi sottoscritti protestiamo solennemente che crediamo in coscienza, che due, e due fanno quattro; e che avremo in conto di nemico ogn’uno che vorrà persuaderci in contrario. Siamo rissoluti di mantenere a rischio di tutto ciò che abbiamo di più caro al Mondo, che sei sono meno che sette, in ogni tempo, ed in ogni luogo; e che al termine di tre anni, dieci non saranno mai più di quello sono oggi. Dichiaramo in oltre, che la nostra ferma rissoluzione è di chiamare in tutta la nostra vita, nero ciò che è nero; e bianco ciò che è bianco; che ci opporremo in tutti [244] gl’incontri a costo de’nostri beni, e della nostra vita, a tutti quelli che in alcun giorno dell’anno, chiameranno nero ciò che è bianco, o bianco ciò che è nero.” ◀Ebene 3 ◀Ebene 2 ◀Ebene 1