Il Filosofo alla Moda: Lezione XXIX

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Niveau 1

Lezione XXIX

A li Oziosi.

Citation/Devise

Spatio brevi.
Spem longam receses: dum loquimur fugerit invida
Ætas; carpe diem, quàm minimum credula postero.

Hor.~i Lib. I. Ov.~i X. 6.

Niveau 2

Niveau 3

Tutti ci lagnamo, dice Seneca della rapidità, con cui il tempo sen vola; e ciò non ostante, non sappiamo in quale maniera disporne di buona parte. La nostra vita, soggionge, si passa in non fare niente affatto, o per dir meglio, in non fare niente di ciò che si dovrebbe; o in fare tutt’altro fuori di quello dovremmo fare. Si lagnamo di continuo, che i nostri giorni son brevi, e si portiamo in maniera, come se mai dovessero finire.
Quest’insigne Filosofo ha descritte, con tutta la varietà dell’espressione, e de pensieri, a lui si particolare, le contradizioni, nelle quali cadono gl’Uomini in questo proposito. Ho sovente meditate le contradizioni dell’umano giudizio, su questo punto. Benche mostriamo d’essere mal contenti della brevità di nostra vita in generale, desideriamo, non ostante di vedere presto il termine d’ogni suo periodo. Chi si ritrova di poca età sospira d’esser maggiore; di pigliare indi la briglia degli affari; di adunare sostanze, di giognere agli onori, e di ritirarsi. Così benche ciascuno riconosca, che la vita è in se stessa corta, i suoi differenti Periodi ci compariscono nojosi, e lunghi. Vorremmo prolongare la nostra misura, così all’ingrosso, ed allo stesso tempo raccociarla in detaglio.

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Exemple

L’usurajo vorrebbe che tutto il tempo prefisso alla riscossione de’suoi crediti si riducesse ad’un istante. Il Politico rinoncierebbe di buon cuore, tre anni di vita, se potesse mettere gli affari in quella positura, che s’immagina sieno per essere allora. L’Amante ritirerebbe con piacere dalla sua essistenza tutti li momenti, che debbono scorrere fino all’ora de suoi godimenti.
Per quanto dunque sia veloce la fuga del tempo, saremmo contenti; quasi in tutti gli stati della vita, che passasse più presto di quello fà. Vi sono molte ore di giorno, che c’imbrogliano, anzi qualche volta vorremmo, che fossero già Passati degli anni intieri. Rimiriamo l’avvenire come un Paese pieno di vasti Deserti: che desideraremmo attraversare in fretta, per giognere a que’pretesi stabilimenti, che si siamo prefissi; ed a que’punti immaginarj di riposo, che ci lusinghiamo di ritrovare dispersi da una parte e dall’altra. Se si divide la vita della maggior parte degli Uomini in venti parti uguali, se ne ritroveranno almeno diecinove, le quali non sono, che come grandi vuoti, ne’quali non si applicano, nè al piacere, ne agli affari. Non pongo in questo numero quelli, che vivono in un continuo moto, ma solamente quelli, che sono dediti al riposo; e mi lusingo di beneficarli col suggerire loro i mezzi per riempiere que’Vuoti, che gl’imbarazzano.

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Hétéroportrait

Il primo di questi mezzi è l’esercizio della virtù. Pigliando questa parola di Virtù nella sua più generale Idea; le sole virtù, che riguardano la Società, ponno occupare le persone più industriose, e somministrare loro tante operazioni, quante ne possa portare la vita più attiva del mondo. Non si passa quasi giorno in cui non si possano pratticare i doveri, che abbiamo d’istruire gl’ignoranti, di soccorrere i Poveri, e di consolare gli afflitti: vi e sovente la occasione di moderare la violenza d’una fazione, di fare giudizia ad un Uomo di merito; di raddolcire un invidioso; di ridurre ne’termini un prevenuto. Tutti questi doveri si ritrovano tanto conformi alla natura umana, che non ponno se non procurare un estremo piacere alle persone che gli adempiono colla dovuta prudenza.

Niveau 3

Hétéroportrait

Vi è un’altra specie di virtù, che puole riempiere il Vuoto, in cui si ritrova quando si stà solitario nella propria stanza, lontano da tumulti, e dagl’imbarazzi del mondo; quella cioè, che obbliga ogni Creatura ragionevole a communicare coll’Autore del suo essere. L’Uomo, che si riconosce sempre alla presenza di Dio, gode una continua soddisfazione; non è mai abbandonato dal suo buon umore; ed è tutto rapito dal pensiero, ch’egli si ritrova col migliore, e col più caro de’suoi Amici. Per lui il tempo non e mai troppo longo, e gli è impossibile di ritrovarsi solo alle ore, che gli altri stanno oziosi, la sua anima sta più occupata. Appena lascia la compagnia degli Uomini, il suo cuore traballa di gioja, il suo amore s’infiamma, la sua speranza si raddoppia; trionfa nel sentire, che Dio lo attornia colla sua protezione; e versa tutte le sue amarezze nel seno di questo tenero Padre dell’universo.
La pratica della virtù non si restrigne ad occupare gli Uomini in questa vita, porta le sue influenze di là dal sepolcro; e l’Anima risentirà per tutta la eternità i buoni, o cattivi abiti che avrà contratti quì a basso. Questo ci somministra un altro, ben possente motivo per impegnarci a questo dovere. Se un Uomo non ha che un picciolo capitale da far valere; ed ha la occasione di tutto impiegarlo a suo vantaggio, che diremo degli ne ritira, o ne perde, tutto in una volta, diecinove parti; e di più forse, non dispone della ventesima, che in suo pregjudizio? Ma perche l’Anima non potrebbe sempre applicarsi nell’esercizio delle virtù, nè continuare nel fervore della divozione, vi è bisogno di qualche rilassamento, e di applicarsi in nna (sic.) maniera, che le sia convenevole. Il terzo mezzo, che vorrei mettere in uso, per disannojarci, sarebbe di appigliarci a qualche utile, ed innocente piacere. Confesso, che mi parea cosa indegna d’una creatura ragionevole il divertirsi in certe occupazioni, tutto il bene delle quali consiste in non esservi punto di male. Non sò pure se tanto si possa dire d’alcun giuoco di Carte, senz’avere altra Conversazione fuori di quella, che nasce da un picciolo numero di termini artifiziosi, ne altra idea fuori di quella, che vengono da scerabocci rossi, o negri diversamente disegnati nelle medesime carte. Non vi sarebbe giusto motivo di beffarsi d’un Uomo di questa specie, che si querelasse per la brevità della vita? Il Teatro potrebbe diventare una sorgente continua delle più nobili, e più utili applicazioni, se fosse ben ordinato, e ridotto ne’suoi giusti termini. Ma l’Anima non si diverte mai, con più diletto, che nel trattenersi con un amico fedele; non vi è bene in questa vita, che arrivi a quello di godere un Amico virtuoso, e discretto. La sua Conversazione illumina la mente; sollieva l’animo; fa nascere nuovi pensieri; anima la virtù; eccita a formare de’bei disegni; calma le passioni; e mette a profitto i momenti della vita. Dopo questa intima unione, con una sola persona, si doverebbe cercare di avere un commercio più generale con quelli, che ci ponno istruire, e divertire due qualità; che vanno quasi sempre unite. Vi sono diverse altre applicazioni utili che si dovrebbero multiplicare se fosse possibile per ricorrervi, in caso di bisogno, più tosto, che abbandonarsi all’ozio, o alla prima passione che per accidente puole sorprendere. Un Uomo, che ha del gusto per la musica, per la Pittura, o per l’Architettura, pare abbi un altro sentimento, qnando (sic.) si paraggoni con quelli, che non hanno lo stesso genio. L’Arte di coltivare fiori, e piantar Alberi, di attendere a Giardini, ed all’Agricoltura, quando queste cognizioni, non servano, che di accessorio ad uomo ricco, riescono d’un grande soccorso in Campagna, e di grande utilità a quelli, che la posseggono. Finalmente, di tutte le Ricreazioni, non vi è la più degna per riempiere le ore oziose, che la lettura de’buoni Libri. Ma perche questo punto abbraccia in qualche maniera il terzo mezzo, che ho rissoluto di proporre in un altro discorso, per impiegare le ore perdute, mi restringerò a dire in generale, che riguarda l’avvanzamento delle nostre notizie.