Il Filosofo alla Moda: Lezione XXVII
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Lezione XXVII
Alle Giovani Irrisolute.
Zitat/Motto
Petite hinc, juvenesque, senesque,
Finem animo cersum, miserisque viaticæ canis
Cras hoc fiet. Idem cras fiet? quid quasi magnum
Nempe diem donas? Sed cum lux altera venit,
Jam cras hesternum consumpsimus, ecce aliud cras
Egerit hos annos, & semper paulum erit ultra.
Nam, quamvis propè te, quamvis temone sub uno
Vertentem se se, frustra sectabere canthum,
Cum rota posterior curras, & in axe secundo.
Finem animo cersum, miserisque viaticæ canis
Cras hoc fiet. Idem cras fiet? quid quasi magnum
Nempe diem donas? Sed cum lux altera venit,
Jam cras hesternum consumpsimus, ecce aliud cras
Egerit hos annos, & semper paulum erit ultra.
Nam, quamvis propè te, quamvis temone sub uno
Vertentem se se, frustra sectabere canthum,
Cum rota posterior curras, & in axe secundo.
Pers. Sat.~i V. 64.-72.
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Metatextualität
Le Lettere de’miei corrispondenti, sul punto dell’Amore, sono sì numerose, che sono sforzato di ridurle, s’egli è possibile sotto differenti Classi, e soddisfare ciascuna la sua volta.
La prima a cui indrizzerò questo foglio, è di quelli, che si ritrovano impegnati colle Innamorate di umore irrisoluto, incapaci di piegarsi alle sollicitazioni de’loro Amanti, o di congedarli, anche dopo molti anni di corteggio. Tengo una folla di Lettere piene di amari lamenti contro codeste crudeli. Un Uomo di Toga, e di Calotta nera me ne ha scritta una per dirmi, che ha incominciate le sue istanze un’anno prima di entrare in Collegio, che le avea continuate molti anni dopo aver parlato nel Foro, che egli era oggi Dottore di Legge, e che ad onta della speranza, che nodriva da molto tempo, di venire ad una finale decisione, la sua Innamorata è sempre irresoluta. Questo titolo mi pare sì proprio, che voglio prevalermene, chiamando questa sorta di Dame Irresolute. Veggo dalla Lettera d’un altro Amoroso nomato Tirsi~i, che la sua Bella sta già da sette, e più anni irresoluta; ma di tutti codesti Pazienti, quello la di cui sorte più mi muove è il Ricco, ed appassionato Filandro~i, il quale mi rappresenta, che la timida, ed irresoluta Silvia~i ha tanto portato innanzi, che non è più in istato di avere figliuoli. La Lettera che ho ricevuta da Strefone~i insinua, che egli è di un temperamento bilioso, e sì lusingato dalla sua Bella, che non l’abbandonerà mai, bench’ella sia indeterminata per capo d’interesse. Mi dice con grande colera, che egli è stato ingannato per tutto il tempo della sua gioventù; e che ella l’ha trattenuto fino alla età di 55. anni, e che ben potrebbe abbandonarlo, stante l’antichità de’suoi giorni, quando ritrovi un migliore partito. Finirò questo punto con una Lettera dell’Onesto Speranzato. Quest’Uomo assai grazioso nelle Compagnie, ed amico del Vino, ha finalmente pigliata per moglie una di codeste Irrisolute dopo avere servito di giuoco a suoi Amici in proposito de’suoi Amori, fino dall’anno l693. ecco la sua Lettera.
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Brief/Leserbrief
Metatextualität
Mio Signore.
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Allgemeine Erzählung
“Saprete già quale sia stata la mia passione per la gentile Marta~i, e per quai labirinti ella mi abbi guidato. Non avevo che 22. anni quando mi dedicai alla di lei servitù; e ne ho perduti più di 30. a ciaccolare con essa. L’ho amata fino che è doventata grigia come un Gatto; ed ho stentato ad ottenerla finalmente tale quale è di presente. Pure comparisce a miei occhj una vezzosa vecchiarella. Per verità mostriamo vicendevole ribrezzo di non esserci uniti più presto: ma tutta la colpa è stata sua, non ha mai voluto venire alla conclusione del nostro matrimonio, fino che non li è rimasto, nè meno un dente in bocca; a segno che, in vece di una Divisa intorno al mio Annello nuzziale, vi ho fatte scolpire le seguenti parole: L’anno trentesimo primo del mio Amore.