O Dea certè!
L. I. 332.
Con tutto ciò, per quanto irragionevole comparisca l’ardore per la gloria, non si dee avvilire per ogni verso; avvegnache produce de’ buonissimi effetti, non solamente col distogliere da tutto ciò, ch’è indegno, e basso; ma in oltre, col portare ad azioni nobili, e generose: il principio puol’essere erroneo, e diffettuoso; ma le conseguenze ponno essere sì buone, e sì utili per lo genere umano, che non si dee cercare di estinguerlo, ma di regolarlo.
Il desiderio di piacere, e di acquistarsi della stima presso il Pubblico è si violente nel bel sesso, che produce meravigliosi effetti nelle Donne di buon senno, che vogliono essere applaudite solamente in ciò, che merta lode. Credo anche si possa dire, senza incensarle, che ve ne sono molte, le quali non solamente menano una vita più regolata, e virtuosa, ma eziandio hanno più riguardo al proprio onore di quello abbino generalmente gli Uomini. Quanti essempj abbiamo della loro castità, della loro fedeltà, e della loro divozione? Quante Dame si distinguono, colla educazione de’loro Figliuoli; col governo delle loro Famiglie; e coll’amicizia de’loro Sposi? Queste sono le grandi virtù; questi gli ornamenti del loro sesso; in quella guisa, che la condotta delle armate, o de negozj; e l’amministrazione della giustizia servono a rendere celebri gl’Uomini.
Ma se questo ardore di stima, sommesso all’impero della ragione, arricchisce il bel Sesso di tutto ciò, ch’è degno di eloggj, dall’altra parte non vi è niente, che gli porti più pregiudizio di quando è regolato da una leggera va-Idoli.
Idolo è unicamente occupato dalla premura di aggiustarsi. In tutti gli atteggiamenti del suo corpo; in rutta (sic.) l’aria del suo volto, in tutti li movimenti della sua testa comparisse, che non ha altra mira se non quella di farsi degli Adoratori. Così veggiamo, che gl’Idoli si portano a tutte le addunanze, ed a’luoghi più frequentati per sedurvi gli Uomini. Il Teatro n’è sovente pieno. Le veglie non le ponno capire. Le chiese ne formigolano. Non si debbono incontrare, che con profondi inchini come sè s’indrizzassero alla Divinità. La vita, e la morte sono in loro potere. Dispongono de’godimenti del Cielo, e de’tormenti dell’Inferno. Il Paradiso è fra le loro braccia, ed ogni momento, che passate con loro, vale una eternità di bene: I rapimenti, i trasporti, gli estasi sono i favori, che distribuiscono; i sospiri, e le lagrime, le suppliche, e le infiammazioni de’cuori sono le vittime, che loro si offrono. Un loro semplice sorriso è capace di rendere gli Uomini Beati; ed una loro freddezza li getta nella disperazione. Idoli. Moloch a traverso del fuoco, e delle fiamme. Alcuni ad imitazione di Idoli. Gli staffilano, e li carricano di percosse, quando non vogliono essaudire le suppliche, che loro porgono.
Non debbo quì ommettere, che gl’idolatri, che si consagrano alla servitù di codesti Idoli, sono d’un umore tutto opposto a quello degli altri, gl’altri Idolatri, o per lo meno contrastano fra di loro perche addorano diversi Idoli; quelli ch’abbiamo sul tavoliere, si querelano perche adorano lo stesso Idolo.
Idolo è del tutto contraria a i voti dell’Idolatra. Questo vorrebbe godere tutto solo il suo Idolo, e l’Idolo non cerca, che di moltiplicare i suoi adoratori. Un autore descrive con molta piacevolezza, in uno de suoi racconti, l’umore volubile d’uno di codesti Idoli. Idolo, sorride all’uno; beve alla salute dell’altro, e tocca il piè al terzo sotto la Tavola. Quali dei tre, dice il vecchio Bardo, credete sia il favorito? In verità nessuno.
Idolo, mi fa sovvenire la bella Clarinda, uno de più grand’Idoli moderni. Viene adorata una volta la settimana al lume di Candela fra una truppa di persone, che si danno il nome di Ridotto, o di Addunanza. Alcuni giovani Cavalieri de’più proprj, cercano di postarsi sotto i suoi occhj, mentr’ella è circondata da un numero grande di Lumi, ed aggiata sopra una buona Sedia d’appoggio. Per eccitare il zelo de’suoi Idolatri, non permette mai che alcuno si parta dalla tua presenza, senza avergli dato qualche segno del suo favore. Fa una dimanda a questo; racconta un avventura a quello; getta una occhiata sopra l’al-
Per altro un Idolo può decadere dalla sua divinità, per molti accidenti. Il matrimonio, in particolare, è una specie d’Antiappoteosi, o di canonizazione al rovescio. Subito che un’Uomo diventa famigliare colla sua Dea, ella riccade subito nello stato di Donna.
La vecchiezza pure è un terribile nemico degl’Idoli. E’ certo non esservi creatura più infelice nel mondo d’un Idolo decrepito; e sovra tutto, quando ha contrate delle arie, che non sono grate, se non in presenza de’suoi adoratori.
Giacche dunque in questo caso, e diversi altri della stessa natura, la Donna sopravive quasi sempre all’essere di Idolo;