Il Filosofo alla Moda: Lezione XXII

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Level 1

Lezione XXII

A bevitori di professione.

Citation/Motto

At genus immortale manet: multosque per annos
Stat fortuna Domus, & avi numerantur avorum.

Virg.~i Georg.~i IV. 208. 209.

Level 2

Metatextuality

Dopo avere divertiti li miei Leggitori con varie Combricole ben singolari, tanto antiche, quanto moderne, non avea dissegno di annojarli con nuovi racconti di questa natura; ma poscia informato esservene una che non saprei chiamare nè antica, nè moderna, è che mi pare la più curiosa di quante ne ho mai vedute, penso che il Pubblico mi avrà qualche obbligazione, se glie ne faro parte, e ne rimarrà non meno sorpreso di quello sia stato io stesso.

Level 3

General account

Frà i lamenti, che un Amico mi fé contro un artigiano suo colega, dopo avermelo dipinto quel miserabile, e indegno sfacendato, che trascurava la sua Famiglia, e consumava la parte migliore del suo tempo all’osteria, per ultimo tratto del suo Carattere, aggionse, che egli era membro della Combricola eterna; colpito da questo titolo si strepitoso e gonfio, ebbi la curiosità di chiedergliene un picciolo dettaglio, che mi diè nella seguente maniera.

Level 4

Heteroportrait

La Combricola eterna è composta di cento membra, che dividono frà di loro le 24. ore del giorno, e della notte, in maniera, che ve ne sono sempre alcuni assieme, da un capo all’altro dell’anno; senza che vi sia, chi abbi l’ardire di ritirarsi fino, che non venga rilevato dall’altro, che dee occupare il suo luogo. Così un membro di codesta Società non è mai senza compagnia, quando gli piace, o si ritrovi egli stesso in fazione, o nò; o voglia bere una volta, e vuotare il suo fiasco, la mattina, a mezzo dì, la sera, avanti, o dopo la mezza notte. Il Tesoriere, o per valermi d’un termine più proporzionato, il Borsaro della Combricola, che si colloca sopra una grande Sedia d’appoggio, al capo della Tavola, mai muore; perche ciascuno di loro vi si pone a sedere, la sua volta; e quello che la occupa, mai dee lasciarla fino, che il di lui successore non sia pronto per riempierla, di maniera, che la Sedia, non è mai stata, a memoria d’Uomini, vuota. Questa Combricola venne istituita verso l’anno 1600. e continuò, senza interruzione, fino al tempo d’un grande incendio della nostra Città, per cui rimase per qualche settimana, dispersa. Il Borsaro d’allora stiè saldo nel suo posto, sino che fu in procinto di saltare in aria, con una casa vicina, che si era minata, e si dovea abbattere, per arrestare il fuoco; mai volle abbandonare la Sedia, se non dopo avere vuotati tutti li fiaschi, ch’erano sopra la Tavola; e ricevuti degli ordini positivi, e repplicati da parte de suoi confratelli; e perciò tutti li membri della Società gli danno anche di presente, degli eloggj, che lo inalzano sopra un famoso Capitano, il quale si lasciò abbruggiare colla sua Nave, per non averla voluta abbandonare senza l’ordine del Generale. Si racconta, che al fine del secolo passato la Combricola, in un’addunanza generale di tutti li suoi membri, esaminò se dovea rompere, o continuare le sue sessioni; e che dopo molte dispute da una parte, e dall’altra, fu rissoluto, a pieni voti, nemine contraticente, che dovesse battere sodo, per tutto il nuovo secolo. Basterà questo epilogo, mi lusingo, per quello riguarda lo stabilimento, e la continuazione di questa meravigliosa Combricola. Ma non sarà fuori di proposito l’angiongervi qualche cosa sopra i costumi; e sopra il carattere de suoi varj membri, giusta le esatte informazioni, che ne ho possute avere. Si vede all’ingrosso da’loro registri, che dopo la loro prima istituzione, aveano fumati ventimila pesi di Tabacco; bevute quaranta mila Barile di vino, e dieci mila di acquavita. Pare anche abbino consummate una infinità di carte da giocare. Osservano in oltre le Leggi che si prattichi dalla Combricola del Buon fuoco; vogliono queste, che mai si estingua il fuoco: Focus perennis esto. Tanto per la commodità di accendere le Pipe, quanto per riparare la umidità della stanza, in cui si addunano. Tengono una Donna vecchia, che serve loro di Vestale per mantenere il fuoco. Questa società riguarda tutte le altre con sommo dispregio. Quasi tutti li discorsi di questi degni Bevitori, non girano, se non sopra le cose, che sono passate nelle loro Assemblee; dove i tali, e tali hanno bevuto la loro volta, per una settimana intera, senza lasciare la compagnia: i tali altri hanno fumate cento pippe in una sesssione, ed altri non hanno mancato d’andare a bere, ogni mattina a collazione, da venti anni in quà. Qualche volta parlano, come rapiti in estesi da alcuni Barili di vino precioso, ch’era nella loro Osteria ne’tempi passati: qualche volta fanno delle riflessioni con istupore, sopra certe partite di Trionfo, che sono state guadagnate da qualch’uno di loro, quando non vi era quasi più speranza. Si dilettano di cantare a tutte l’ore delle grosse canzoni, per incoraggirsi l’uno coll’altro ad umetarsi il gosso; ed a rendersi immortali, a forza di bere. Non isparagnano altre esortazioni proprie a tal fine. Tengono quattro generali Assemblee all’anno, per disporre de’luoghi vacanti, per nominare persone di servizio per confermare le loro restale, o eleggerne un altra; e per regolare ciò che ciascuno dee contribuire per lo Carbone, per le Pippe, per lo Tabacco, e per altri bisogni. Il loro Decano è sopravissuto due volte a tutta la Combricola, e si è satollato coi noni di qualch’uno de’membri, che oggidì vivono.