Référence bibliographique: Francesco Grassi (Éd.): "Num. 9", dans: Spettatore piemontese, Vol.1\09 (1786), pp. 57-62, édité dans: Ertler, Klaus-Dieter / Fuchs, Alexandra (Éd.): Les "Spectators" dans le contexte international. Édition numérique, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.3611 [consulté le: ].


Niveau 1►

N.o 9.

Citation/Devise► Così lungo l’amate Rive andai:
Che, volendo parlar, cantava sempre.
◀Citation/Devise

3. Luglio 1786.

Niveau 2► La sola Italiana Favella tra le Moderne Lingue ha prodotto, e tuttavia produce di quel genere di grati Entusiasti, che Improvvisatori soglionsi appellare: Sorta di Poeti, i quali in differente Metro, e con una incredibile celerità di Rime cantando improvvisamente davanti ad un’attenta Assemblea intorno a’proposti Temi destansi talvolta l’Applauso con sorpresa movendo insieme l’Orecchio con l’Armonia, la Fantasia con le Immagini, e la Mente con l’Invenzione. Un tal Parto unicamente proprio, come già dissi, della Lingua nostra, che eccitò sovente la più alta Ammirazione tanto in noi Italiani, quanto ne’Forestieri, sembrami Oggetto assai degno di ricerca, se abbia in se poi tutto il Maraviglioso? In che consista? Qual sia il Genuino, e qual lo Spurio Genere? E come si procacci?

Io non nego essere il Maraviglioso relativo: ed avvenire assai sovente, che l’istessa cosa sia sor- [58] prendente ad uno; ad un altro dozzinale. Voglio però mettere quì io per Base, che, ove una cosa (supponi un Oggetto o naturale, o artefatto, una Composizione, una Pittura, un Busto, un Conio, un Intaglio) abbia in se Eccellenza di Magistero, questa tal Cosa riuscir debba maravigliosa al Savio, che la conosce; più ancora maravigliosa all’Ignorante, che, senza conoscerla, ne prova gli Effetti. L’Arte d’improvvisare sorprendendo ad un tempo le tre principali Facoltà nostre, che si don dette di sopra; ed effettuando con facilità quello, che vien riputato difficilissimo, sembra con ragione doversi chiamare Arte veramente maravigliosa. Ma nonostante che il Fatto appaja pure per l’Affermativa, abbia la Decisione il Suffragio della Disamina: e l’Arte stessa rimirata da vicino, prima d’ottenere l’Autenticità del suo Pregio dal Giudizio guardingo, scopra le sue vere, o false Fattezze all’Occhio indagatore. – L’Arte d’Improvvisare ha un Apparato immenso di Materiali disposti con tale Perspicuità di Metodo, che offresi ognuno d’essi di persestesso al primo uopo. Di questa Enciclopedia Nominale combinata l’esercitato Abito trae con nascita quasi repentina un moltiforme immenso Sciame di Concetti sopra qualunque Tema a suo pia-[59]cimento: i quali volando fuori successivamente in forma o di Sillogismi, o d’Entimemi, o di Dilemmi tessono annodandosi insieme una Tela, dove in Immagini, o Descrizioni veggono gli Occhi degli Astanti rappresentati Oggetti diversi, Deità di Mitologia, Eroi d’Istoria, Fatti Tragici, Amorosi, Burleschi, Templi, Giardini, Boschetti, Città saccheggiate, Eserciti, e Flotte disperse: in somma i più vaghi, od i più tetri Oggetti di Natura, e dell’Arte, i Capricci di Fortuna, le più curiose Maraviglie di Filosofia. Una tale Arte non può essere che assai maravigliosa nell’Esercizio, in quanto che, appartenendo alle Arti Persuasive, tiene in sua balia gli Affetti; maneggia le Funicelle, che per l’Intelletto reggono la Volontà; es ha il Secreto dell’Illusione nascente dalla Fantasia. L’Esercizio di essa si può giudicar eziandio conveniente nella Società, dove abbiasi non dubbiosa Sicurezza della Discrezione, Senno, e Costume di chi la professa: perocchè quale più proffittevole Trattenimento pe’Conviti! quale più efficace Preconizzatore delle Virtù Sociali? o quale finalmente più opportuno Eccitatore di quel nobile Entusiasmo, che trae Scintille d’eroico Fuoco nell’Inchiesta di Gloria tanto per la Strada delle Scienze, e delle Arti, [60] quanto per quella delle Morali Assuefazioni? Tale sembra essere stato l’Uso, e l’Impiego de’Vati ai tempi d’Omero presso i Greci; nè essere stato diverso quello de’Bardi presso le Nazioni Celtiche. – Ora quest’Arte, che abbracciando in certo modo colla Cognizione l’ampia Circonferenza delle Scienze, ha la Facoltà di adornarla estemporaneamente dei più bei Fregi della Poesia, costituisce quella, ch’io chiamai, Genuina Specie. Che se Lode insigne si attribuisce agli Oratori (supponi tra gli Antichi, i Greci, e’Latini: tra Moderni, gl’Inglesi) i quali sopra un determinato, benchè vasto, Soggetto (qual è la Politica, e la Costituzione dello Stato) preparati sono a disputare con isciolto Discorso nell’una e nell’altra parte improvvisamente perchè e Lode ed Ammirazione negheremo noi ai Veri Improvvisatori, i quali d’ogni proposto Tema, ed in vario Metro prendono il difficile Assunto di cantare? Il Fatto però si è, che, sebbene della Spuria Specie io n’abbia udito di molti, appena alcuno finquì della Specie Genuina mi venne fatto d’udirne. Un pratico Versificatore con una qualche Provvisione d’Istoria, e Mitologia, ed alcun Topico di superficiale Scienza, o Definizioni, può ben involare dal sorpreso Giudizio pro-[61]digati Encomj. Il Sedato Criterio alla Facilità di Rime, alla Prontezza di Risposte, agli Ingegnosi Frizzi, ad alcuni ben sostenuti Voli, ad una certa Agilità d’Apostrofi, Immagini, Allusioni, Descrizioni, in somma a tutte le brillanti Scintille d’una Immaginazione fervida ed esercitata può ben accordare, in quantunque vogliasi Misura, Lode d’Ingegno, e d’Effervescenza: ma quanto poi all’Ammirazione (lo Spurio dal Genuino Genere ben distinguendo) giudica non essere che a quest’ultimo dovuta. Nè ignora certamente, che (per farmi omai a trattare ciò, che ultimo ancor mi resta) per procacciarsi certa Maestria in quel Genere, se alle naturali Doti di Fantasia viva e fervorosa, e d’una tenace Memoria, si aggiunga proprio artificiale Metodo d’aver quasi mecanicamente la generale nominal-Scienza in pronto Repertorio epilogata, non è tanto difficile col perfezionante Esercizio con ardore proseguito d’arrivare in breve tempo nella nostra Linguaarmonica, sì copiosa di Rime, di Vocaboli, e di Frasi, sì amante di Tropi, di Similitudini, e di Figure, a posseder tanto di quest’Arte, che possa creare operante Illusione. Così tal non ispregevole Talento udiam noi brillare in non pochi Soggetti delle Accademie [62] di Roma, Fiorenza, e Napoli; e per altre Città d’Italia assai invero comunemente. Ed ancor vivono della Riputazione loro vestite, e dei riportati Premj condecorate le due già amorose entusiastiche Muse dell’Italia, Corilla, e Fantastici. Laonde quello, che Genuino appellava, degno veramente più d’Ammirazione che d’Applausi, rifulge sì alto sulla Vetta di Perfezione riposto, che l’arrivarvi (come d’Enea alla Verga d’Oro fatale) ventura dee dirsi piuttosto, che Arte! Tale era forse l’Improvvisatore al Regal Convito di Didone (Virg. En. I.)

Niveau 3► Citation/Devise► . . . . . . . . toccando l’aurea Cetra
Jopa Lauricomo, ch’Atlante vanta Maestro.
Del Sol i Deliquii canta Egli; la Luna vagante:
Dell’Uom, de’Bruti la Stirpe; le Piogge, i Vapori:
Arturo, l’Iadi piovose, i gemelli Trioni.
Ciò che ne l’Oceano acceleri sì ‘l Sole brumale;
O qual Dimora le pigre Notti ritardi?
V’applaude ‘l Tirio; i Gridi ‘l Troiano
seconda. ◀Citation/Devise ◀Niveau 3 ◀Niveau 2

Torino presso G. M. Briolostamp. e lib. della r. accad. delle scienzecon permissione.