Sugestão de citação: Antonio Piazza (Ed.): "Num. 53", em: Gazzetta urbana veneta, Vol.3\053 (1789), S. 417-424, etidado em: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Ed.): Os "Spectators" no contexto internacional. Edição Digital, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.2374 [consultado em: ].


Nível 1►

Num. 53.

Sabbato 4 Luglio 1789.

Nível 2► Finalmente a noi pure venne indiritta una Lettera di Vicenza in data 29 Giugno intorno a quello spettacolo Teatrale. Protesta chi la scrive d’essere ingenuo. Contiene sostanzialmente quanto segue.

Concorso grandissimo di forastieri alla prima recita, particolarmente di Patrizj Veneti. La Musica non può essere migliore. L’Orchestra numerosa, e di scelti Professori, molto diletta. Il Signor Scolari primo Oboe si distingue, e dietro lui il Sig. Giamb. Balzarini giovine Vicentino che nel suono d’un tale strumento promette d’essere nel merito un degno successore di suo Padre. Tutti gli altri suonatori si portano eccellentemente. Il Sig. Roncaglia con la Sig. Macioletti corrispondono alla prevenzione preziosa ec. Il Sig. Babbini non ha bisogno di lodi. Quando questi cantano il Terzetto par sentire la Divinità delle voci. Tutti gli altri fanno bene la loro parte.

Li Balli sono confusi, ed è per questo che la Signora Carolina Pitrot1 e gli altri abilissimi Ballerini non ottengono quegli applausi di cui il loro valore è capace. Le decorazioni son principesche. Le sole scene meritano il mezzo ducato per vederle. L’illuminazione è troppo scarsa, e non corrisponde alla generosità dell’Impresario Zardon, ma a questo male c’è pronto rimedio.

Ad onta che i Patrizj Veneti chiamati a Venezia dal Consiglio di Pregadi per l’elezione de’Savj abbiano fatto mancare alla seconda Recita una [418] maggior quantità di spettatori nondimeno il Teatro fu quasi pieno.

Sabbato prossimo venturo nuovi Balli.

Sia questa Lettera quanto si voglia discorde da altre che parlano sullo stesso argomento, diretta alla Gazzetta il pubblicarla è dovere. Sembra imparziale, perché dicendo il bene non tace il male. Spetta il giudizio a quelli che sono al fatto.

Da Tomba. Li 29 Giugno 1789.

Appunto un Birro di questa campagna fu quello, che quì commise l’atroce omicidio da voi riportato al N. 51. Questa nostra Comunità inorridita da un fatto sì barbaro, e da molti precedenti, reclama la morte del reo. Egli è in arresto e confesso. Il ritenuto Mugnajo, fuggitivo per altro da galera, dicesi non v’intervenisse ma fosse però consciente.

Nível 3► Carta/Carta ao editor► Signor Gazzettiere.
Da ……

“L’inezia da voi riportata nel vostro foglio al numero 46 del Beccajo, che in vece di carne diede per giunta una rapa, ha nella vicina Città risvegliato l’universal scontentezza, sotto cui quella disgraziata popolazione pel più nero Monopolio ne’generi di prima necessità si fa da lungo tempo languire. Vi si soffrirebbe il derubamento nel peso, e verrebbero di buon grado accettate per giunta le Rape; purchè aver vi si potesse buona carne; ma in mezzo all’abbondanza, ed al discreto prezzo una inaudita rapacità, vi fa mangiar cara una carne, che appena morta, verrebbe condannata ad essere sepolta, od abbruciata, se vi esistessero uffizio di S. e Cav. di Com.”

“Dicesi, che tali offizj siano stati assunti da quel sapiente, zelante, umanissimo Rettore, ed amorosissimo Padre di quella presso che calpestata plebe, ordinato avendo già, che niuno de’rivenduglioli azzardi comperare prima dell’ora lor destinata; che ognuno dar deggia un’idonea pieggieria, e che portar debba un distintivo, ond’essere riconosciuto; pensando in tal modo di diminuirne, in un col prezzo delle Derate, l’enorme quantità, nelle cui mani l’abbondanza diveniva carestia, tanto soverchia era la licenza loro accordata ….2

Dicesi, che farà mano bassa sopra gli Pescivendoli ancora, che col nasconder il Pesce, che vi capita in soverchia abbondanza, lo vendono fetido, ed a doppio prezzo, di quello lo vendrebbono gli Pescatori fresco; e che non andrà animale al macello se prima da Persona giusta, ed intendente non venga giudicato almeno per passabile. Quella popolazione si promette molto più da un tanto Rettore, e di quello noi verremo al fatto, ve ne daremo notizia.”

“Intanto credesi, che l’E. S. rivolga il pensiere al dannoso abbominevole abuso del pubblico incanto de’pegni di quel S. Monte, in cui un branco di gente rea, che arricchisce a [419] spalle altrui, pretendesi, anzi chiaramente si scorge aver ella piena cognizione de’Pegni stessi pria, che escano in pubblico, maneggiandone poi con sommo aggravio de’Propietarj, anzi con sommo danno, a talento l’incanto.”

“Trà gli spettatori ch’hanno goduto della corsa de’Cavalli a Vicenza l’altr’jeri, si trovò un Veneziano ch’è stato in Inghilterra più volte. Parlando egli con de’Signori che gli eran vicini raccontò quanto aveva colà veduto intorno a simili spettacoli, e le scommesse che rovinato avevano in un momento delle Famiglie, e fatto cangiar stato ad alcuni disperati. Uno degli ascoltatori trasecolò, gli altri credettero senza stupirsi, ma un tale che ricanta sempre il proverbio ha un bel mentire chi vien da lontano si mise a ridergli in faccia, e tenne per favole quanto gli si narrava. Altrove dove lo spirito degli antichi Paladini non è ancora estinto ci vuole molto di meno per far nascere una sfida ed eseguire un duello, ma in queste Parti ove la bravura, e il puntiglio (e di ciò sia lodato il Cielo) non passano al sangue, tutto si termina con qualche verbale reciproca offesa, e la mediazione degli uomini onesti rappacifica e calma. Così seguì in quest’occasione.

Il Veneziano, che però non si nomina in un Biglietto inviatoci, descrivendo in esso il ricevuto affronto prega che la sua ragione sia per mezzo nostro sostenuta pubblicamente, giacchè sà che non manchiamo d’aneddoti interessanti sul genio, e sul carattere dell’Inglese Nazione. Per servirlo diamo luogo in questo Foglio al seguente Articolo, che non sarà discaro nemmeno agli altri in un tempo nel quale in Terraferma non parlasi, che di cavalli, di corse, di premj.

Pretendiamo di dar sempre in questi casi del nuovo, perchè tradotto dalla nostra penna al momento delle ricerche alle quali possiamo rispondere. Son cose vedute in Inglese o in Francese, ma in Italiano nò certo.” ◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Corse di Cavalli.

“Un cavallo ch’abbia una volta guadagnato il premio a Nevv-Market diventa subito un animale celebre per tutta l’Inghilterra: si trova il suo nome su tutti i fogli pubblici, che si rende sì cognito come quello del miglior Autore del Secolo. Incidesi il ritratto del vittorioso animale. Tutti li gentiluomini di campagna ne adobbano i loro gabinetti; e non dico ad oltraggio della nostra Nobiltà, ch’è saggia e giudiziosa, ma a vergogna soltanto di quei che le comprano, l’incisore esita più facilmente una stampa di questa spezie, di quello che smaltirebbe il ritratto del Cavalier Nevvton.

La buona opinione ch’ha un Gentiluomo d’un Cavallo, non di rado gli costa l’annua rendita d’una delle sue terre. Vi son trà i Francesi di quelli che si rovinano in equipaggi; l’Inglese giunge a tanto nella follia, senza lasciarsi dominar dalla vanità; egli non curasi di portar abiti sfarzosi, o d’aver una tavola dilicata, ma non teme d’azzardare cento ghinee sopra un cavallo. Le scommesse inconsiderate, val a dire la lusinga del guadagno, è sì funesta alla Gioventù Inglese, quanto la smania di far figura ed il gusto della spesa ponno esserlo a’suoi vicini. Questa maniera d’arricchirsi con sì poca pena, o di rovinarsi con sì poco piacere, è comune a tutti gli sta-[420]ti. In venti occasioni un artigiano arrischia senza ripugnanza il frutto di due anni di fatiche. Vi proporrà di scommettere dieci ghinee contr’una taluno a cui nulla resta s’egli le perde. Li modi di parlare particolari ad una Nazione, traggono la loro origine da’suoi costumi. La maniera ordinaria d’affermare una cosa in Inglese, è di dire: dieci contro uno che questo è vero. Quest’uso in Inghilterra tanto comune è comodissimo per i ricchi: non si è sempre in istato di poter rispondere, e il trionfo della loro borsa sembra ad essi che sia quello della loro ragione.

Da alcuni anni le grandi scommesse cominciano a minorarsi alle corse. V’erano un tempo di quegli avventurieri, val a dire di que’Marchesi Francesi, e di que’Baroni Tedeschi, la cui probità è tanto sospetta che la loro qualità, e degli Inglesi medesimi della prima distinzione, che mostravano tropp’accortezza per non distruggere sino all’eguaglianza de’giuochi d’azzardo.

Le donne accorrono a quasi tutte queste corse con tant’avidità, che non la cedono agli uomini, e ci trovano un gran piacere. Non è minore il numero delle rozze, che de’be’cavalli, e le superbe carrozze confuse sono co’legni più miseri.

Un autore attualmente compone un’Opera di 3 volumi in foglio che ha per titolo:

"Storia di tutti i cavalli ch’hann’ottenuto il premio alle Corse di New-Market e all’altre Corse celebri d’Inghilterra dal loro stabilimento sino al presente, colla genealogia de’cavalli e i loro ritratti in istampa di rame. Vi si aggiunse i nomi de’Palafrenieri che li hanno cavalcati, e de’Grandi del Regno a’quali appartenevano; e per maggior instruzione e soddisfazion de’Lettori, un conto il più esatto che si abbia potuto avere, di tutte le scommesse considerabili che sono state fatte pro e contra d’ognuno d’essi."

La nostra imparzialità, e l’amor del vero, e del giusto, ci obbliga alla pubblicazione dell’infrascritta Lettera. Non accordasi questa colla prima già riportata nel Foglio presente, ma è conceputa in modo da non far sospettare di contraria prevenzione.

Nível 3► Carta/Carta ao editor► Sig. Gazzettier Stimatissimo

Vicenza Addì 2. Luglio 1789

“Giacchè lessi nella passta vostra Gazzetta varj periodi intorno l’Opera di Vicenza, io amico del vero, e non seguace giammai del fanatismo, ve ne darò un più sincero ragguaglio.

Bella oltre modo la sinfonia. Il primo Atto bello per un’Opera Buffa. Il Ballo primo magnifico, per chi non vidde più a ballare. Il Seccondo Atto buono. I Secondo Ballo passabile.

Li scenarii magnifici, se fossero di nuova invenzione. Il Vestiario superbo.

Non crediate, Amico, che ciò divenghi da un animo prevenuto, poichè l’Amor Patrio, non m’accieca a tal modo, di farmi veder luciole per lanterne. Dove merita, lodo, dove non merita, dico la mia opinione. Vi prego d’inserirla nella vostra Gazzetta, e mi sottoscrivo.”

Vostro Aff. Amico
N. N.
◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Si ha da una Lettera di Valdagno in data 3 cor., che la morte dell’Eccellentissimo Senatore Francesco M. [421] Celsi d’anni 68 non 78, come per errore è stampato nel precedente Foglio, colà è seguita. Chi la scrisse suppone, non si sa se con qualche fondamento, o senza, che la Famiglia Celsi dell’ordine de’Segretarj, possa contrastare l’eredità a questo Pio Ospitale della Pietà, e raccomandasi alla Gazzetta per essere instrutto a tempo de’preveduti atti Forensi. Non altro per ora possiamo dirgli se non ch’è voce comune, che l’annua rendita di tre mila ducati a prò dell’Ospitale suddetto, non sia soggetta a contesa veruna. Se poi questa voce sia vera, o falsa, lo vedremo in appresso.

Il Frontespizio, e l’Indice ch’egli brama, sarà certamente stampato trà poco tempo. Ad alcuni degli Articoli da lui accennati vedrà negli scorsi numeri, che non abbiamo mancato mai. Quanto poi al resto l’ommissione non è per mancanza di memoria, o di volontà, ma per altre ragioni. In avvenire però superati saran degli ostacoli, e si vedrà che non solo verà ripreso ciò che rimase interrotto, ma che s’introdurrà in questo Foglio, e si continuerà metodicamente più d’un articolo nuovo, utile, ed interessante. Cresca il numero degli associati, e potrà la nostr’attività, e riconoscenza soddisfarsi col bramato progressivo miglioramento.

Cause.

Del 1783. con il mezzo del Signor Francesco Cavacco li Cugini Capitano Girolamo, e Capitano Nadal Millinovich, e Gabriel Janovich o sia Missevich fecero assicurare Bastimento, Carico, Nolo, e Pacottiglia onde garantirsi dagli Armatori Spagnuoli per la summa di ducati 16. mil. circa. Nato nell’acque di Millo il deperimento di detta Polacca che profondò con tutto il Carico, e fatta la sua prova di Fortuna nello stesso Consolato di Millo autorizzata dal detto giurato di quindeci testimonj, fra’quali sei passaggieri, fù praticata la metodica rinunzia alli Assicuratori, onde obbligarli al pagamento dei respettivi tocchi. Dopo alcuni diversivi al Magistrato dei Consoli, sostituirono il ripiego di querelare come false le Polizze di Carico, non che la Prova di fortuna, pretendendo di stabilire premeditato, e doloso il Naufragio, e ciò dietro a formazione di Processo incontrato con le opportuno difese dagli Assicurati, locchè portò un giro di quattro anni. Finalmente li 9. dello scaduto Giugno Post, mediante concessione di Pender per grazia fu agitata detta gravissima questione che abbraccia tanti essenziali oggetti per li Assicurati, e nacque solenne spazzo di Laudo che scartò il praticato ricorso degli Assicurati.

Con universale sorpresa la mattina dei dodeci dello stesso Mese pretesero colpire come irregolare lo spazzo di Laudo, accusandolo di difetti che lo rendessero inoperoso. A tal fine ottennero Citazione per intromissione dall’Eccellentissimo Avogador Curti, ed ecco gli attacchi che furono spiegati onde tentarne l’Intromissione.

Che le Dite Vicenzo Bonfiol, Memo Curiel e Francesco Gianxich, che attualmente sono vive, e sussistenti nella Mercantil Rappresentanza, queste non potessero essere citate con il loro Nome effettivo, perchè morti li loro respettivi Autori, ma dovessero citarsi li rappresentanti, e si scordavano, che Vicenzo Bonfiol morto naturalmente del 1777, è quello con il di cui Nome viene assicurato del 1784, e così ris- [422] petto a Memo Curiel, e Francesco Gianxich, quali morti in Pendenza, correndo ad ogni modo senza alcuna alterazione le Dite stesse, queste hanno rinunziato al Processo, hanno portato con li loro Nomi la Intromissione per la Giudicatura al Consiglio Serenissimo di 40. C. V., e tanto conobbero essere la stessa cosa il praticare le Citazioni immediate a loro come rappresentanti le Dite, che citare le Dite, che la mattina stessa che seguì la trattazione Post del terzo Consiglio fecero riferir parola dal Pubblico Comandador che volontariamente contentano, che possa il loro Interveniente Signor Giuseppe Fossati assistere alla trattazione del Consiglio, rubricandosi con il loro respettivo Nome come rappresentanti le Dite citate, e venendo anche personalmente ad assistere alla trattazione del terzo Consiglio. Altro attacco, che non fosse stata citata la Dita Gianxich, e Compagni, ma solo la Dita Francesco Gianxich, fatto vero, ma che per renderlo concludente converrebbe mostrare che la Dita Gianxich e Compagni avesse querelato per obbligare gli Assicurati a citarla, quando anzi dal Costituto di dichiarazione de’Nomi dei Querelanti consta in contrario.

Ultimo attacco, che la Procura lasciata da Gabriel Missevich, o sia Janovich, avesse difetto di Nome, e fosse mancante di facoltà per assumer Giudizio per li due Compagni; fatto resistito dal riconoscimento di tutti li tempi in istato di Pendenza, che lo qualificano la stessa Persona, e Procura valida, ed operativa con l’uso della quale gli Assicuratori hanno sortito uno spazzo a loro favore che pose la sospensione onde esentarli dal deposito in soldo, spazzo la di cui esecuzione senza contrastare piacque agli Assicuratori. E però l’Eccellentissimo ? Francesco Lodovico Curti Avogador di Comun sotto li 18. Giugno decorso scartata la inconcludenza degli attacchi ad onta dell’Eloquenza del Nob. Sig. Co: Giuseppe Alcaini per li Assicuratori, a cui rispose l’Eccellente Sig. Antonio Orlandi per li Assicurati, pronunciò Giudizio di Licenza.

Non contenti tentarono sotto li 20. dello stesso Mese con nuova Citazione sotto l’Eccellentissimo Avogador Priuli lo stesso esperimento, e con maggior solennità di prime dispute, e repliche riprodussero gli stessi attacchi, maneggiati anche questa seconda volta dall’Eccellente Co: Giuseppe Alcaini, e l’Eccellente Luigi Pianton per li Assicuratori, alle dispute dei quali rispose il solo Eccellente Antonio Orlandi, con la interruzione la seconda volta dell’Eccellente Pietro Antonini, ed il giorno 29. del prossimo scaduto Giugno seguì Giudizio di Licenza dell’Eccell. Avogador Priuli, la quale lusinga a credere, che gli Assicuratori vorranno alla fine rassegnarsi al giudicato.

Gli Avvocati alla trattazione del 320. Consiglio furono

Il Sig. Co: Giuseppe Alcaini.

Il Sig. Gio. Battista Cromer.

Interruttor il Sig. Pietro Antonini.

Interv. il Sig. Giuseppe Fossati.

Per li Assicurati. Il Sig. Tommaso Gallino.

Il Sig. Antonio Orlandi.

Ia

Interv. il Sig. Tommaso Galleran.

La riportata Causa scritta da incognita mano non ha di nostro una parola nemmeno. Uno Spazzo di Laudo d’un Consiglio Eccellentissimo di 40, li rifiuti all’Intromissione, uditi gli attacchi per ottenerla, di due sapienti Eccellentiss. Avvogadori, avran-[423]no probabilmente animata la penna che scrissela a spiegare un libero sentimento di cui speriamo che non abbiano ad offendersi gli eloquenti e riputati difensori degli Assicuratori, giacchè nelle reciproche loro dispute sogliono gli Avvocati pungersi ben più acutamente, come pure nelle loro Scritture a stampa. I più bravi, i più onesti vincono e perdono, e son ad ingannarsi soggetti.

È ben dovere di rendere alle occasioni la dovuta giustizia al zelo ed al valore di chi in certe azioni distinguesi. In questa i Sig. Orlandi rese chiaro il suo merito, e suonar fece il suo nome tra i comuni applausi, che sono sempre un gran compenso delle fatiche, e degli sforzi dell’ingegno.

Nível 3►

Spasimo convertito in gioja.

Exemplum► Un gran Signore, che senza rider mai, senza mai cangiare una fisonomia composta al serio e al pensoso, nemmeno negli avvenimenti più fausti, o nelle più allegri e brillanti conversazioni, ha un’anima delle più dolci e benefiche, che possano onorare la Nobiltà, per soddisfare il genio dell’unico suo Figlio permisegli di fare un lungo viaggio, e scelse per suo direttore e compagno un uomo di probità conosciuta, e di sufficienti cognizioni di Mondo, ma di naturale un pò timido, e soggetto a troppe difficoltà per timor di errare. Si condusse egli sì bene nel corso del viaggio, frenò con tanta saviezza le giovanili inclinazioni del Figlio, che il di lui Padre fu penetrato dalla più viva riconoscenza, e al rivederlo gli disse: io non vi riconosco più per mio Amico ... Queste parole pronunziate con un tuono di voce che annunziava piuttosto un risentimento, che un elogio, fecero trepidare quell’uomo dabbene, ad’onta dell’innocenza, che in ogni evento confortarlo doveva. Impallidì, e con tremante voce voleva dir qualche cosa allorchè continuando quel Signore a parlare coll’usata agiatezza soggiunse: vi riconosco per un secondo mio Figlio, ne mai sarà per mancarvi la mia paterna amorevolezza. Ricuperò il buon galantuomo lo smarrito suo spirito, e passò da una profonda tristezza ad un eccesso di giubilo. ◀Exemplum ◀Nível 3

Questo Anteddoto ne ricorda un di simile in sublimità di ranghi. Nível 3► Exemplum► Durante la guerra per la successione all’Elettorato della Baviera, il gran Federico II. Re di Prussia fu così soddisfatto della condotta del Principe Ereditario, ora regnante, che al rivederlo gli disse: io non vi riguardo più come mio Nipote. Ma Federico gli parlò con una faccia serena. Pure il Principe fu sorpreso da un simile accoglimento, e per tranquillarsi ebbe d’uopo di udire in seguito: vi riguardo come mio Figlio: voi avete fatto ciò che avrei potuto fare io medesimo, tutto ciò che attender potevasi dal Generale più sperimentato. ◀Exemplum ◀Nível 3

Se profferite con volto sereno le prime parole d’un Re Zio sorpresero nel loro senso sospeso un Principe militare, non è da stupire del terror che diffusero quelle presso che simili nell’animo pavido d’un uomo privato.

Per non volere, o non saper correggere la natura, certuni farsi amare non sanno neppur facendo del bene. Detestisi la menzogna, e l’adulazione, che fanno dire ciò che non si sente, e piacevolmente tradiscono; ma non s’approvi quell’asprezza di modi, che toglie tanto merito a’benefizj, e rende ambigua la riputazione dell’uomo il più giusto.

[424] Funzioni Sacre.

2 Luglio. La Visitazione della B. V. Chiesa Parrocchiale discosta da Venezia due miglia sul Lido, detta di S. M. Elisabetta sotto cui 400 anime allo in circa. Erano un tempo gli abitatori di quella Terra soggetti nello spirituale alla Chiesa Patriarcale di S. Pietro di Castello, dalla quale ricevevano ancora ne’più gravi pericoli i santi sacramenti. Ma succedeva bene spesso, che o per la distanza, o per l’agitazione della Laguna, particolarmente nell’Inverno, morissero de’bambini senza Battesimo, e degl’infermi privi degli estremi ajuti della Chiesa. Penetrato da un tal disordine il Patriarca Giovani Tiepolo pensò d’instituire in Parrocchia un Oratorio fondato sul lido istesso da lungo tempo dedicato alla Visitazione di M. V. a S. Elisabetta, e comunemente chiamato di S. Elisabetta del Lido. Stabilita dunque dal zelante Prelato, l’utilissima erezione fu nel giorno 10 Settembre 1627 confermata dall’autorità dell’Eccellentissimo Senato coll’Juspatronato, e condizioni delle Chiese di Venezia, cosicchè da quel tempo gli abitatori del Lido si eleggono il loro Piovano.

Brescia li 2 Luglio 1789.

“Martedì scorso 30 Giugno p. p. nella Bettola, sotto li portici del Carmine di questa Città fu mortalmente ferito da un artista un povero villico, che attrovavasi accidentalmente in quel luogo, quale dopo aver dovuto a forza pagarli il pranzo ebbe una sì grata corispondenza. Non è questo il primo caso successo in quel lupanare d’oziosi, e vagabondi de’quali è sempre ripieno, e volesse il Cielo, che fosse una volta estirpato, e ridotto quel circondario a miglio uso d’abitazioni a consolazione delle oneste persone del vicinato sempre mai disturbate dallo strepito, e bagordi di detto luogo.

Jeri poi dopo pranzo camminando per questa città altro povero villico ebbe accidentalmente ad urtarsi in un lavorante di Sarte che senza nemmeno profferir parola dato di mano ad una forbice ben grande, che teneva in saccoccia, lo ferì mortalmente, e forse a quest’ora sarà anche estinto. ◀Carta/Carta ao editor ◀Nível 3

Cambj

Venerdì 3. Giugno.

Lione 57. e mezzo

Parigi 57 e 3 4ti

Roma 62 e mezzo

Napoli 115.

Livorno 100 e 5 8vi

Milano 155 e mezzo

Genova 91 e 7 8vi

Amsterdam 92 e 3 4ti

Londra 49

Augusta 103 e 5 8vi.

Vienna 197.

Prezzi delle Biade.

Formento dalle L. 29. alle 30.

Sorgo Turco a L. 20.

Segale a L. 17.

De’Risi.

Da’Duc. 34 e mezzo a’35 al m.

Capi dell Eccelso Consiglio di X. per il mese presente.

s. Pietro Maria Bonfadini.

s. Zaccaria Valaresso.

s. Sebastiano Zen. ◀Nível 2 ◀Nível 1

1 Le altre Lettere da noi vedute riferiscono che la Signora Pitrot ed il Signor Gioja suo compagno si fanno ammirare nelle loro operazioni, e sono strepitosamente applauditi ad onta che manchi a’Balli la pubblica approvazione.

2Lordato per accidente in questo sito l’originale, né potendosi più leggere che qualche parola si lascia un vacuo.