Zitiervorschlag: Antonio Piazza (Hrsg.): "Num. 24", in: Gazzetta urbana veneta, Vol.1\024 (1787), S. 1-8, ediert in: Ertler, Klaus-Dieter / Dickhaut, Kirsten / Fuchs, Alexandra (Hrsg.): Die "Spectators" im internationalen Kontext. Digitale Edition, Graz 2011- . hdl.handle.net/11471/513.20.1930 [aufgerufen am: ].


Ebene 1►

Num. 24.

Mercordì 22. Agosto 1787.

Ebene 2► Metatextualität► Ecco la prima Lettera scritta da Udine per servire a questo Foglio. ◀Metatextualität

Ebene 3► Brief/Leserbrief► Signor Gazzettiere.

Poco o nulla d’interessante può somministrarvi una piccola Città posta in un angolo d’Italia. Questo è il motivo per cui fin ad ora nulla vi spedj da inserire nella vostra Gazzetta. Se i divertimenti, che nella passata Fiera di San Lorenzo trattennero i Forastieri, tanto dello Stato che esteri, qui concorsi a goderne, vi sembrano a proposito, valetevene, che ve li offerisco nella descrizione seguente.

Un giuoco di pallone sostenuto da’più forti ed abili giuocatori d’Italia, frà i quali grandeggia il Nob. Signor Co: Francesco di Brazzà nostro Concittadino, occupò l’ultime ore del giorno. Rendeva brillante questo Spettacolo un’immensa folla di spettatori disposti in due ben intese arene, ed ai lati in due file schierati. Le nostre Dame, e le Forastiere, animavano co’loro applausi i Giuocatori. Era onorato questo trattenimento anco dalla presenza del nostro Pub. Rappresentante, e suo numeroso corteggio. Scelta Banda di musicali strumenti tratto tratto allegrava e rispondeva all’applauso.

Terminato il giuoco passavasi al Corso nel Giardino, alle falde del Colle su cui siede il Castello. Per gli ampj viali fiancheggiati d’alberi, giravano i Sterzi e altri Legni in seguito delle Carrozze di S. E. Luogotenente, e della sua Sposa, tirate da superbe mute di cavalli bardati in gala. Nel centro formato da questi Legni passeggiava una quantità di gente. Dopo il Corso s’empivano i Caffè, che non restavano vuoti che all’ora di passar al Teatro di cui nulla parlo, perché l’Opera fu la stessa ch’ebbe Mestre e Treviso, accennata ne’vostri Fogli.

Il giorno 12. vi fu la Riduzione del Parlamento Generale della Provincia, che si tenne nella Sala del Castello, ov’abita S. E. Luogotenente il qual’è attualmente Almorò Grimani. Prima della Sessione egli diede un copioso ed isquisito Rinfresco alli Convocati. Nel giorno stesso imbandì lauta mensa per settanta e più Convitati, e diede sagj del raffinato suo gusto, e della sua generosa grandezza. A noi rincresce l’essere tanto vicini a perderlo, benché ei consoli l’idea del premio che ore [2] para la di lui Patria all’ottimo suo governo.

Il giorno 13. una benefica pioggia ristorò le nostre arse Campagne, e minacciò d’interrompere lo spettacolo della Corsa de’Barbari; ma il favore celeste non disturbò il divertimento, ch’oltre l’aspettazione, riuscì brillante. Vicino alla meta aveva S. E. Luogotenente fatto erigere un Palco magnifico tutto coperto ed elegantemente ornato, in cui invitò tutta la Nobiltà, che fu trattata d’un copioso Rinfresco mentre eseguivansi alcune formalità preparatorie, le quali a dir vero nell’anno presente riuscirono un po’lunghette.

La sera dei 15. in Teatro vi fu una Nobile Festa di Ballo a benefizio dell’Impresario, che chiuse i divertimenti della Fiera. L’Opera dura per tutto il corrente mese. Mercè la vigilanza di chi diresse, tutto è riuscito senza il menomo sconcerto, e con universale contentamento. ◀Brief/Leserbrief ◀Ebene 3

Padova.

Si fa pubblicamente sapere, che il dì 30. Agosto 1787., dalla Fragila de’Marangoni di questa Città, si farà una Caccia straordinaria di Bovi sciolti nella Piazza de’Signori con un nuovo Toro, per la partenza di S. E. Cattarin Corner Capitanio V. Podestà, e Protettore della suddetta Fraglia.

Il Primo Premio Duc. 25. d’argento al cane più valoroso co’bovi.

Il Secondo Duc. 50. d’argento al più valoroso col Toro.

La Caccia principierà alle ore 22. circa, e terminerà alle 2. della notte con illuminazione intorno allo Steccato, e alla Piazza medesima.

Dopo la Caccia vi sarà nel mezzo dello Steccato una Macchina di fuochi artifiziali di nuova invenzione.

Sappiamo che a un’ora di notte di questo Mercordì 22. corrente nella Piazza medesima vi sarà una Cantata.

Metatextualität► Ecco l’elogio della Libertà tratto dal Poema Inglese Leonida, da noi promesso. ◀Metatextualität

Ebene 3► Zitat/Motto► O natura, madre indulgente di tutti gli uomini, tu non ristringi ad una sola Nazione il sentimento della gloria, il coraggio, e tutte l’eroiche virtù che innalzano l’anima, e rendono illustre la vita. La tua mano benefica ne sparge il germe in tutti i Paesi: ma bisogna che la Libertà, simile al Sole, riscaldi queste generose semente. Essa soltanto fa schiudere, e fiorire le virtù. Il vento della oppressione secca e distrugge le tenere e dolci speranze. Son sopra sua gl’infruttuosi rampolli, il fals’onore, il valore feroce, e la crudele ambizione, che infettano il cuore umano. Segue per esso, che il potere sfrenato spopola sì spesso la terra, e che gli uomini coraggiosi destinati ad esser pasto degli animali carnivori, bagnano il piano del loro sangue. ◀Zitat/Motto ◀Ebene 3

In Senato.

18. Agosto 1787.

Mercanzia.

E. Francesco Bettaja.

Non fu la prosperità del Commer-[3]cio Veneto, ma la sua decadenza, che diede origine alla importantissimo magistratura de’V. Savj alla Mercanzia. Nell’anno 1506. il Senato decretò che si eleggessero del suo Corpo cinque Soggetti sperimentati nella Navigazione, e nel Commercio, i quali unendosi a Rialto a’Negozianti più illuminati, investigassero le cause del decrescimento della Veneta mercatura, e vi applicassero il più opportuno riparo.

Questi Savj durano due anni in posto, ed uno d’essi ha il titolo d’Inquisitore, a cui spetta l’impedimento de’contrabbandi.

Entrate Pubbliche.

E. Zuanne Falier

In M.C.

19. Agosto.

Consiglier a Ceffalonia dura m. 24.

E. Ant. Badoer di Rizzardo.

Cottimo di Londra.

E. Pietro Marin qu: Giacomo.

Sei del Pregadi.

E. Leonardo Dolfin di E. Leon.

E. Zuanne Sagredo qu: Francesco.

E. Alv. Renier qu: Bernadin.

E. Andrea Giulia Corner qu: Nic. Procurator di S. Marco.

E. Lancillotto M. Renier q. Daniel.

E. Barbon Vic. Morosini q. Barbon Vic.

Avviso
Di Giuseppe Wagner
Negoziante di Stampe in Merceria di Venezia.

Avendo il Signor Gaetano Bartolozzi figlio del celebre Signor Francesco in Londra, e proprietario delle Stampe Inglesi, in addietro vendute al Negozio del Signor Teodoro Vieri, a me trasferito, tutto il numerosissimo, e scielto assortimento di dette Stampe, e particolarmente di tutte le più belle Impressioni delle Opere di suo Padre, dal quale gli vengono direttamene spedite di tratto in tratto, che si vanno pubblicando; ho l’onore d’informare li Signori Amatori, che queste d’ora innanzi al solo mio Negozio si troveranno, e che oltre tutti i maggiori vantaggj nel prezzo, potranno esser sicuri di ritrovare tutte le più fresche Impressioni, e di non esser ingannati dalle Copie, che o col falso nome del Bartolozzi, o incise in Londra da’di lui Scolari col loro nome, con aggiuntovi Pupil of Bartolozzi, cioè Scolaro del Bartolozzi, vengono vendute per Opere dello stesso, a prezzo minore, con delusione de’Compratori, e con pregiudizio forse del supposto Incisore.

Oltre le Stampe denotate nel Catalogo, che saraj esibito gratis al mio Negozio, se se ne desiderasse qualch’altra, col sicuro mezzo appunto del Sig. Bartolozzi, potrò darmi l’onore di servire chi me ne dasse la commissione, con quella scieltezza, e con que’vantaggi, che potranno farmi degno del compatimento del rispettabile Pubblico.

[4] Segue la serie delle Stampe che arriva al numero di 400., col loro titolo Inglese e Italiano.

Don Ignazio Lopez de Ulloa, che fu Secretario Regio d’Ambasciata per la Corte di Spagna appresso questa Repubblica, partì Sabbato sera per Parma, destinato all’uffizio di Secretario di legazione appresso S. A. R.

Ordinazione Bizzarra.

Ebene 3► Allgemeine Erzählung► Un Canonico di certa Cittadella dello Stato Veneto s’interessò sì fattamente alle nozze d’un suo Nipote, che studiava di cavarsi dall’ordinario nel celebrarle; e in vece di Sonetti e Canzoni, voleva che il suo Ritratto in rame campeggiasse trà le forme di cacio, il lardo e i prosciutti, nel dì dello Sposalizio. Contando sul favore d’una Dama, le scrisse pregandola di farglielo fare, e sollecitamente spedirglielo. Questa rise della commissione, e risposegli che senza l’originale alla mano non era possibile di servirlo. Il Canonico non volle intendere questa ragione, e sostenne che un bravo Pittore ha da saper fare Ritratti senz’aver d’uopo di vedere gli originali. A tale rimostranza la Dama ne fece fare uno a capriccio difettoso nella figura, con una faccia grottesca da far ridere i fanciulli, e con tutti i segni simbolici intorno dell’ignoranza, e della ostinazione tratti dallo studio dell’Iconologia. È probabile che il buon Canonico non intendesse quell’Alfabeto emb, e che qualcuno gliel’abbia spiegato facendolo montar sulle furie. Da queste Dame, esclamava egli, non si può sperar nulla sennon . . . . . . 

Lo interruppe un Vecchio d’autorità, facendogli conoscere il suo torto, ed arrossire lo fece della fatta richiesta, e della insistenza sua. Prese da quel momento tant’avversione a’Ritratti, che vendè ad un Rigattiere tutti quelli di sua Famiglia che aveva, e per farlo andar in collera ora basta la sola parola Ritratto. ◀Allgemeine Erzählung ◀Ebene 3

Funerali.

Lunedì celebrate si sono l’esequie del Defunto Monsignor Diedo fu Primicerio della Ducale Chiesa di S. Marco, ove servì di palco funereo il primo Ordine, o sia la base di quello ch’adoprasi nell’annua Solennità funebre del Cardinal Zeno di gloriosa ricordanza. La cassa serale eretta sulla sommità del medesimo, stava sotto un’Ombrella maestosa, ed era coperta a ricca gramaglia su cui posavano la Mitra, il Pastorale, e altre Insegne della Sacerdotale eminente sua dignità. Era circondato il Feretro da grosse torcie accese, e da molte aste d’argento. Celebrò la messa, l’Arcivescovo di Corfù Monsignor Francesco Fenzi colla Musica della Cappella Ducale. Intervennero alla Funzione il Clero della Parrocchia di S. Fosca ov’abita la Famiglia Patrizia Diedo, e la Congregazione di San Salvatore, a cui s’unirono i Canonici di S. Marco, e gli alunni di questa Chiesa, e tutti li Cantori della Cappella Ducale nel processionale accompagnamento, che girò una parte della Piazza al suono delle campane di San Marco, e rientrò in Chiesa al compimento della lugubre solennità. Il Corpo di questo Primicerio, che per il corso d’anni 69. godè [5] il possesso pacifico del sublime suo posto, ebbe sepoltura nell’Isoletta di S. Maria delle Grazie per sua disposizione testamentaria, atteso che in quella Chiesa celebrò il primo suo Sacrifizio all’Altare.

Metatextualität► Intorno all’origine, e prerogative del Primiceriato parleremo ne’Fogli venturi. ◀Metatextualität

Ebene 3► Exemplum►

Buon effetto
d’un suggerimento da Saggio.

Passeggiava soletto cercando invano nella più tarde ore notturne qualche sollievo contro il bollore della stagione, un Forastiero di qualità, in una Città poco da questa lontana, in certo sito disabitato vicino alla mura. Un Giovinotto faceva all’amore all’usanza antica sotto i balconi della sua Bella, e torcevasi il collo in dirle i più grossolani amorosi spropositi ch’uscir potessero dalle labbra d’un avvinazzato Artigiano. Il Forastiero se la godeva alla larga, e non sapea discostarsi da que’contorni. L’amore, il vino, la gelosia, riscaldarono la fantasia di quell’Innamorato, che sognò d’aver in esso un Rivale, e si querelò coll’Amante, che gli facesse de’torti sugli occhi. Ella misesi a ridere e lo trattò da visionario, da pazzo. S’accese di sdegno all’accusa, e sguainando uno stocco, che teneva sotto del suo vestito, s’avventò furiosamente contro di quel Signore, che non avendo altre armi, che una bagolina si mise a correre, e potè salvarsi perché avea migliori gambe di colui che gl’insidiava la vita, o la paura che mette tanto del suo da far volare anco gli uomini, lo rese più veloce di quello ch’era.

Sottratto al pericolo non pensò che a vendicarsi. Seppe col mezzo d’una mancia generosa, chi fosse il reo, e prima d’andare al suo albergo ebbe la sicurezza, che nel giorno seguente prigionato verrebbe, e severamente punito. Quando fu alla Locanda trovò a tavola un Inglese Viaggiatore con cui aveva amicizia. Raccontandogli il caso s’applaudiva d’aver potuto a quell’ora disporre sì bene le cose per vendicare la sua offesa grandezza. L’Inglese continuando a mangiare ascoltò tutto, e poi dissegli: Avete fatto molto ma io avrei fatto di più. Come di più? disse il Forastiero in tuono alterato, e cosa mai di più si poteva fare? Perdonargli, soggiunse l’Inglese, lo meritava un innamorato ubbriaco. Queste parole ammutolire lo fecero, e restare attonito Fosse o per un buon fondo di cuore, o per un nobile orgoglio di non cedere alla virtù d’un uomo molto da lui stimato, è certo che corse a rivocare le instanze fatte, e non tornò alla Locanda se non ebbe la sicurezza, che niun male succeduto sarebbe per parte sua, a chi offeso l’aveva.

Nella seguente mattina si divulgò il fatto, e l’artigiano allora sincero tremò del suo pericolo, e non si credeva sicuro in casa. Un Amico suo che aveva saputa la magnanima ritrattazione del Forastiero, volò a consolarlo unitamente alla di lui afflitta Famiglia, composta da un Padre canuto, da una Madre cagionevole, e da una Sorella avvenente ed onesta. Tutti e quattro portaronsi alla Locanda, e versando delle lagrime di allegrezza si chinarono a’piedi dell’indulgente Soggetto, e sul suo capo invocarono tutte le Celesti benedizioni. A quella flebile scena egli si commosse, e frenò a stento le lagrime. Chiamò l’Inglese, e sol-[6]levando dal suolo quella prostesa Famiglia, ecco gli disse, di quale consolazione, di qual trionfo mi rese capace la vostra virtù. Senza scomporre la sua serietà, l’Inglese diede un’occhiata a quella povera gente, si cavò di tasca una borsa in cui aveva ventitre zecchini, e gliela regalò. Ad un tal dono uno ne unì di suo il Forastiero, e nel ritirarsi nella usa camera pregò il Giovinastro ad astenersi dal vino, cagione di tanti mali. Sull’animo suo fece tanta impressione il consiglio, che in vece di tornar a Casa entrò in un Convento di Riformati da cui uscire non vuole se non veste quell’abito religioso. La sola sua Amante è in collera con quel Forastiero, come cagione della perdita d’uno Sposo; tutti gli altri l’ammirano. ◀Exemplum ◀Ebene 3

Metatextualität► Possano verificarsi più spesso questi perdoni, che onorano l’umanità, purché se ne veggano sì lodevoli effetti: ma se non dovessero che animare i colpevoli a nuovi delitti, periscano i nostri voti, e vendichi la Giustizia le offese alla Società. ◀Metatextualität

Brescia 18. Agosto.

Funzioni Sacre.

Mercoledì dalle R. R. Monache Agostiniane delli Angioli, si solennizzò con pompa la Festa dell’Assunzione di Maria Vergine. La musica fu scelta, e cantò pure il Sig. Gio: Maria Rubinelli, che qui si trova di ritorno dall’Inghilterra. Questo nostro Musico ha fatte le delizie delle più rimote contrade, ed ogni anno acquista nuove grazie, e nuove maniere per dilettare gli orecchj colla sua melodia. La brama di sentirlo cantare accrebbe il concorso, e la calca. Oggi si fa a S. Nazario, Celso insigne Collegiata, l’anniversario delle luttuose Ruine succedute nel 1769. Sebbene sieno scorsi oramai diciotto anni dopo tale disgrazia, non resta però, che ancora non si veggano scorrere le lagrime le più amare sul volto di molti, alla ricordanza d’un sì funesto accidente.

Nozze.

Sono state stabilite le nozze fra il Sig. Conte Francesco Martinengo Cesaresco, e la N. D. Signora Contessa Flaminia Martinengo. Per sì fausto Imeneo sono sortite tre Anacreontiche coi seguenti titoli. Le cognizioni derivate della notte allo Sposo. I vantaggi recati dalla notte, alla Sposa. I solazzi della notte alla umanissima Dama Signora Con: Eleonora Martinengo nata Cont. Franchetti, Madre dello Sposo. L’Autore di esse è il Signor Ab. Padovani.

Per le stabilite nozze poi del Nob. Sig. Conte Galeazzo Luzzago colla Nob. Sig. Dorotea Uggeri, il Sig. Ab. Colombo Professore di Belle Lettere già da noi accennato, ha stampata una Canzonetta intitolata la Campagna ed in questa pure fa conoscere quant’egli possieda il linguaggio Poetico.

Le Cognizioni derivate dalla notte.

L’amica notte il lucido

Velo diurno ha sciolto;

Mille begli astri splendono,

Per cui le ride il volto.

Notte, oh di quanti eterei

Mondi tu segni il volo!

Maggior del sole: Apolline

Me ne discopre un solo.

[7] Vieni, Signor, a l’ottico

Tubo lo sguardo inchina:

Quale di globi, e d’orbite

Spettacol s’avvicina.

Dolce è in sì bel silenzio

Errar per l’aer bruno,

E col pensier discorrere,

Dove non corse alcuno.

Vedi la cipria Venere,

Come nel bel sereno

Sparge la luce argentea

De l’amoroso seno?

Marte geloso e torbido

Non lunge a lei s’aggira,

E col sanguineo raggio

Arde di bellic’ira.

Come nel vasto empireo

Giove discorre e regna!

Salve o luce di gloria,

E di tal nome degna.

Alteramente sfolgori

Tu d’infra l’altre stelle,

È l’regio crin circondanti

Le medicee facelle.

Il lor vicin riverbero

Le brevi notti accende,

È l tuo meriggio splendido

Un doppio lume rende.

A l’amator di Fillira, 1

A cui la luce è avara,

Come volubil cerchio

L’eterno orror rischiara;

Che il ripercorso raggio

Nel desco oscuro accolto

Tinge di chiaror pallido

Al vecchio Nume il volto?

Ma quanti intorno brillano

Astri lucenti e gai

De la natìa lor gloria,

Di non alieni rai?

Se un sole i dì fa splendere,

Qui fanno mille e mille

Le notti lucentissime

Amabili faville.

Mira del bel Zodiaco

I luminosi segni,

Mira de l’orse pallide

I taciturni regni.

De l’asse immoto a guardia

D’Elice il figlio mira, 2

Che su le mense orribili

Di Licaon sospira.

Stella pietosa, ai miseri

Navigator conforto!

A quanti erranti o naufraghi

Dal ciel segnasti un porto.

Per te l’audace Tirio

Sovra spalmato pino

Osò la fede e i vortici

Tentar del pian marino

Per te nacque commercio,

Crebbero l’arti e l’oro,

E le miniere barbare

Divenner suo tesoro.

Angli ed Ispani entrarono

Emuli al gran cimento

Seguendo l’orme impavidi

De l’italo ardimento.

Per lor difesa inutile

Fu la terribil onda

Del mal celato Messico,

De l’indica Golconda.

Europa ornò l’eburneo

Seno de’suoi splendori,

E al nuotator suo tauro

Cangiò po’in gemme i fiori.

O notte, o scorte amabili

Nel gran cammin del mare

De l’ardimento nautico,

Di fortunate gare!

Ma la corso to quai spendono,

Signor, fauste facelle?

Tu segui il raggio tenero

Di più soavi Stelle.

Per Te bell’aure aleggiano

Sul cheto mar di Gnido.

Amor, che regge i Zefiri,

T’offre sentier sì fido.

[8] Non or, non ostro tirio

Brescia da TE già spera:

Sarà più gran tesauro

Per lei tua prole altera.

I tuoi Tebaldi tornino

Cari a la patria istoria

De la virtù cenomana

Ad eternar la gloria.

E Sciarra, e Marco spirino

Ne’pargoletti tuoi;

E in lor le prodig’anime

De’Martinenghi Eroi.

Di lor virtù magnanima

Emula l’alma audace

Saranno in guerra intrepidi,

Saranno saggj in pace.

Speralo, invitta Patria,

Che a te sperar ben lice,

Quanto non può promettere

Quest’inclita radice?

Arma la cetra Apolline

Già a delfico concento:

Né invan. Certo preparasi

Di carmi alto argomento. ◀Ebene 3

Venerdì giorno di S. Bartolammeo si adunerà il Capitolo Generale della Scuola Grande di S. Gio: Evangelista alle ore 13., e così negli anni venturi perpetuamente in tal giorno, per la distribuzione del residuo della rendita della Commissaria del qu: Eccell. Lor. Rizzo, in tre Parti eguali a norma del suo Testamento, distribuite dalla pluralità de’Voti.

La Prima ad una Gentildonna Donzella di sangue abile al S. M. C. La Seconda ad una Cittadina Veneziana.

La Terza ad una Donzella di condizione inferiore. Tutte per Matrimonio, o Monacato, sotto la condizione di buona fama ed irreprensibili costumi. La summa destinata per l’anno corrente a queste tre Grazie è di Ducati 70. da L. 6: 4.

E ciò per ordine dello Spettabile Guardian Grande, in esecuzione della Parte del Capit. Gen. 9. Ag. 1744. ratificata dagl’Illustrissimi & Eccellentissimi Sig. Revisori ed Inquisitori alle Scuole Grandi.

D’Affittar.

Una Casa non molto lontana dalli contorni dalla Piazza, per due Padroni soli, e del costo di 80., in 100. Ducati.

Casa posta dietro all’Ospitale della Pietà guarda sul Rio di S. Lorenzo, con due entrate, con Riva, Caneva, Magazzini & Orto, per il prezzo di Ducati 400.

Sì per l’una, che per l’altra, si parli con il Sig. Francesco Gallì alla Bottega da Caffè al Ponte delli Schiavoni.

Morti.

Il Signor Giovanni Cavallar.

L’Illustriss. Signora Margarita Tieppo Fontana relic. Zerletti. ◀Ebene 2 ◀Ebene 1

1Saturno

2La Stella polare